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Addio a Barry White re della Disco

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L'ultima volta in Italia nel 2001. I suoi pezzi venduti in 100 milioni di copie

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Era da mesi ricoverato all'ospedale Cedar Sinai di Los Angeles per una grave forma di insufficienza renale. White aveva cominciato discograficamente a Los Angeles, dove la famiglia si era trasferita pochi anni dopo la sua nascita: a 16 anni è il cantante-pianista della band di R&B «The Upfronts» con cui incide il primo singolo «Little Girl», passa poi agli Atlantics and the Majestics»; diventa infine arrangiatore col nome di Barry Lee. Smette di cantare ma lavora dietro le quinte per varie etichette di Los Angeles nella seconda metà degli anni 60 e inizia a scrivere le prime canzoni interpretate da altri artisti. Nel 1972 conosce l'arrangiatore Gene Page, che collaborerà alle sue più importanti produzioni e la vocalist Glodean James (sua futura moglie) con cui crea il terzetto delle Love Unlimited (insieme a Diana Taylor e Linda James). Debuttano con l'album «From a Girl's Point of View We Give to You». Nel 1973 il primo grande colpo con la Love Unlimited Orchestra: il singolo è «Love's Theme». 3 milioni di copie vendute solo negli Usa. La lista di musicisti che lo interpreteranno nel corso degli anni è di altissimo livello: Ray Parker Jr., Nathan East, Wah Wah Watson (proprio lui, Johnny Guitar), David T. Walker, Dean Parks, Don Peake, Wilton Felder dei Crusaders, Lee Ritenour, Ed Greene, Gary Coleman. Siamo nel 73, il maestro ancora non si espone, ma un provino con tre brani cantati da lui, preparati per un vocalist maschile, finisce tra le mani di Larry Nunes della 20th Century Records che lo convince ad incidere in suo primo disco. «White Heat» lo chiamò Barry ma in stampa uscì col titolò di «I've Got So Much to Give»: l'album conteneva il suo primo singolo ufficiale: «I'm Gonna Love You Just a Little More Baby». Testi pieni di seduzione, «narrati» con voce bassisima su eleganti arrangiamenti orchestrali, sostenuti da una forte base ritmica e da ariose melodie avevano creato una nuova e micidiale mistura: era più che Soul o R&B, qualcuno la definì «Sophistisoul» ma era semplicemente nata la Disco Music. Negli anni successivi il maestro è stato l'indiscusso re di un genere che ha dominato con classe e maestria innumerevoli produzioni. In prima persona: «Never, Never Gonna Give You Up» (1973), «Can't Get Enough For Your Love Babe» e «You're The First The Last My Everything» (1974), «What Am I Gonna Do With You» (1975), «Just the Way You Are» (il brano di Billy Joel, 1979) tra i numeri 1; con le sue coriste, le Love Unlimited: «I Belong to You» (1973), «It May Be Winter Outside» (1974), «I Did It For Love» e «I Can't Let Him Down» (1977) e infine con la Love Unlimited Orchestra: «Love's Theme» (1973), «Satin Soul» (1974), «My Sweet Summer Suite» (1977) e «Theme From King Kong» (1977). Barry White è stato uno dei pochi artisti sopravvissuti alla fine della Disco. Pur rimanendo in attività fino a quando la malattia glielo ha permesso, con significative collaborazioni con Chaka Khan, Lisa Stansfield, Puff Daddy, Tina Turner, non ha più ripetuto i successi degli anni 70. Ciononostante alla fine degli anni 80 ha vinto un Grammy per la sua partecipazione ad un singolo di Quincy Jones e le sue esibizioni sono state richiestissime. Ha vinto 20 dischi d'oro e 10 dischi di platino per i singoli, 106 dischi d'oro e 41 di platino per gli album vendendo complessivamente oltre 100 milioni di dischi.

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