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Tv e canzoni, relazioni pericolose di Catherine

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La storia è tratta dal famoso romanzo di De Laclos ma l'ambientazione è nell'Italia degli anni '60

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Il prodotto, della durata di sei ore, ispirato fedelmente al testo letterario dello scrittore Choderlos De Laclos, è stato presentato in anteprima europea al festival delle Televisioni di Montecarlo ed è candidato ad essere proiettato, in prima visione nazionale italiana, al prossimo Prix Italia che si terrà a settembre. Il produttore francese, infatti, conferma trattative in fase avanzata con Raifiction e con viale Mazzini. A Catania e Taormina dove si terrà la manifestazione annuale organizzata dalla Rai è attesa la Deneuve che ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l'Italia. «Le relazioni pericolose», una coproduzione tra Francia, Canada, Svizzera, Inghilterra, arriverà in Italia suddiviso in tre o quattro puntate, con la voce della Deneuve che doppia se stessa in italiano. Costato 21 milioni di euro annovera, nel cast, attori del calibro di Nastassja Kinski e Rupert Everett che interpreta il serial lover Valmont, oltre la Deneuve nel ruolo della protagonista Madame de Merteuil. In Francia lo sceneggiato andrà in onda alla fine dell'anno in corso, in Italia bisognerà attendere il 2004. A Montecarlo per l'anteprima europea della miniserie, Catherine Deneuve spiega i motivi che l'hanno indotta ad esordire nella fiction televisiva e anticipa un altro suo prossimo esordio: quello come cantante. Perché, signora Deneuve, ha ceduto alle lusinghe del piccolo schermo abbandonando, momentaneamente il cinema? «È stato determinante il mio rapporto di grande amicizia con la regista della fiction Josée Dayan, che ha diretto anche "I miserabili" ed "Il conte di Montecristo", andati in onda anche in Italia con grande successo. I controversi personaggi de "Le relazioni pericolose" riusciranno a catturare l'interesse della vasta platea televisiva italiana, al cui giudizio tengo in modo particolare». Perché la narrazione è stata trasposta negli anni '60, con un balzo di due secoli rispetto al libro di De Laclos? «È un omaggio fatto all'Italia, soprattutto alle atmosfere della Dolce vita che sono state riproposte nella vicenda con grande attenzione e pignoleria. La regista ha pensato a Federico Fellini ed ai tempi dei suoi personaggi, a via Veneto, alle seduzione restata unica di quegli anni nei quali viene inserita l'arte della seduzione dei personaggi di De Laclos che non sono imprigionati nella loro epoca ma si ripropongono attraverso i secoli. Non dimentichiamo, infine, che gli anni '60 hanno rappresentato l'epoca della rivoluzione sessuale, perfetta per inserirvi i protagonisti di "Le relazioni pericolose"». C'è un sogno professionale che non è riuscita a realizzare? «Ho desiderato essere diretta da Bergman. Purtroppo il regista non amava le attrici che non fossero svedesi». Sta per esordire come cantante. Come mai questa decisione? «Sono convinta che cantare è un gesto di grande libertà. Mi ha sempre aiutato a vincere la tristezza, ad esprimermi, a liberarmi da ogni angoscia. Anche mia figlia Chiara ama cantare come me. E suo marito è un cantante professionista francese. Per queste ragioni ho deciso di incidere un Cd, la cui uscita è prevista a settembre, con alcune delle canzoni che più amo di Serge Gienzburg, interprete degli anni sessanta molto noto, non solo in Francia». Come si definisce Catherine Deneuve come donna? «Sono ottimista e soddisfatta di me stessa. Soprattutto per essere sempre riuscita a conciliare i ruoli di madre e di attrice».

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