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di MARIDA CATERINI MONTECARLO — Universalmente conosciuto come Mister CNN, dal nome ...

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I telespettatori di casa nostra hanno conosciuto Turner e soprattutto la Cnn, nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, quando l'emittente, prima rete all news nel mondo, che nel 1985 si era trasformata in CNN International, ha offerto un'informazione approfondita 24 ore su 24. Il notissimo dirigente e magnate, che oggi non è più al timone della CNN e degli altri numerosi gruppi televisivi nel frattempo creati, alla soglia dei 65 anni, che compirà il prossimo novembre, svela una serie di progetti professionali e privati. Alcuni dei quali assolutamente sorprendenti. Una personalità internazionale come lei, la cui leadership nel settore audiovisivo resta insuperabile, come vive la lontananza dalle responsabilità televisive? «Ho iniziato la mia carriera nel lontano 1963, come responsabile della clientela della Turner Advertising company, senza alcuna competenza nel settore giornalistico. L'interesse verso il mondo dei media mi ha spinto a credere nel progetto della Cnn anche se, i primi tre anni di vita della nuova emittente hanno rappresentato per me una perdita ben 30 milioni di dollari all'anno. Ma la Turner Broadcasting System che raggruppa oggi tutti i media da me fondati in quarant'anni di costante e frenetica attività, farà sempre parte della mia esistenza. Ho deciso, però, di passare il testimone per dedicarmi anche ad altri interessi alcuni dei quali non prescindono dalla Tv perché coinvolgono la fiction». Dunque Ted Turner si trasforma in produttore televisivo? «Esattamente. Con la creazione, nel 2001, di una società di produzione che ha sede ad Atlanta, sto realizzando una serie di documentari e lungometraggi di cui "Avoiding Armageddon" è il più prestigioso. Concepito, quasi profeticamente, prima dell'11 settembre, analizza, in otto ore, il rapporto tra le armi di distruzione di massa e le nuove frontiere del terrorismo. Ma spiego anche che, a mio parere, gli arsenali russi ed americani, nei quali sono ancora contenuti migliaia di missili nucleari, rappresentano la più grave minaccia per l'umanità, pronti come sono, ad esplodere in qualsiasi momento». Quali programmi televisivi segue, oggi, Ted Turner? «Oltre la CNN che resta un punto di riferimento, guardo poco la Tv. Ma credo nell'immenso potere dei media che, qualora utilizzati con intelligenza ed integrità morale, contribuiscono a creare una maggiore comprensione tra i popoli. Ho rincorso questo obbiettivo fin dall'inizio della mia carriera». Lei è conosciuto anche come filantropo ed ecologista. Al punto che ha donato un miliardo di dollari alle Nazioni Unite per opere umanitarie. Come ha conciliato questi aspetti della sua personalità con le esigenze della televisione? «Contribuire a migliorare il mondo è stato il mio grande sogno fin da bambino. Ho avuto modo di realizzarlo grazie ai miei successi nel campo delle Tv. Negli Usa, però, molte personalità impegnate nei media sono coinvolte in progetti benefici. Assieme alla mia famiglia ho fondato tre associazioni i cui obbiettivi sono, rispettivamente, la difesa dell'ambiente, il sostegno ai popoli bisognosi tramite un progetto di alimentazione e di utilizzazione dell'acqua potabile e l'impegno a diminuire il pericolo proveniente dalle armi biologiche, chimiche e nucleari». Adesso si è trasformato anche in allevatore di bisonti? «Possiedo ben 35 mila capi di bisonti in due milioni di ettari di terreno distribuiti in tutti gli Usa. Da qui l'idea, accolta in maniera entusiasmante, di lanciare una catena di ristoranti, la "Ted's Montana Grill" per avvicinare i consumatori alla carne di bisonte leggera e saporita. Una nuova frontiera alimentare che potrei anche importare in Europa con l'apertura di "Ted's Montana Grill" nelle principal

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