di DELFINA METZ HO VISTO cos'è d'estate che voi umani non potete immaginare.
Il pacchiano d'estate, che è quasi sempre ricco o, meglio, arricchito, aborre le splendide spiagge nostrane ed è di casa in quelle dei più lontani Paesi esotici, dove esporta a macchia di leopardo la sua ineducazione. Oppure prende in affitto con un branco di suoi simili un caicco per la disperazione dell'equipaggio turco. In barca la pacchiana porta un valigione rigido invece che un sacco morbido. Si unge di olio abbronzante come un supplì e lascia macchie indelebili sul ponte di tek. Si crogiola in topless sul prendisole di prua davanti allo skipper e ai marinai che non possono violentarla. Fa docce in continuazione riducendo gli altri pacchianos alla danza della pioggia. NON SI FA! Sulla spiaggia tailandese, sempre in topless, contratta a sangue con l'indigeno sul prezzo della collanina, urlando in dialetto brianzolo o ciociaro. Un consiglio: sil-la-bi in inglese oppure rinunci al risparmio di due dinari. El pacchiano dice a voce alta, sganasciandosi (los pacchianos non ridono mai, si sganasciano) «Maduna, Signur» oppure «Ammazzeli», al ristorante cinese, quando, finita l'abbuffata, sente il rutto di gradimento dei commensali con gli occhi a mandorla, per loro un'usanza educata. In Giappone, nel ristorante chic con l'aria condizionata, starnuta in faccia e si soffia il naso davanti al cameriere, un vero e proprio insulto per il Paese del Sol Levante. Nei Paesi islamici gira per i souks, tenendo la manina della vistosa partner o, peggio, sbaciucchiandola a tradimento davanti ai locali, che pensano alla lapidazione. Cerca di fotografare le donne con il chador rischiando la fucilazione. NON SI FA! Ma la cosa più disumana per noi umani che conosciamo una coppia di pacchianos è la visione forzata dei filmati delle loro vacanze, nella solita seratina informale del rientro, con lui in sarong e lei che ci fa la danza del ventre, tipo velona. Non si fa, cari pacchianos des las maloras. PROPRIO NON SI FA!