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Politici, scrittori, intellettuali.

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«Pontiggia - ha sottolineato il presidente della Camera - ha saputo coniugare l'amore per la verità stilistica ad una ironia raffinata che emerge da ogni pagina della sua produzione narrativa e saggistica». «Con Pontiggia scompare una delle più grandi personalità letterarie del nostro paese sia come narratore sia come bibliofilo. Nelle sue opere ha saputo mostrarsi talvolta grottesco e talvolta ironico», le parole del sindaco di Milano Gabriele Albertini. Che aggiunge: «Con "Nati due volte", il libro autobiografico, è riuscito a darci una lezione morale e di amore che difficilmente potremo dimenticare. E Milano, sua città d'elezione, sembra aver costituito il filo conduttore non solo della sua vita, ma anche della sua opera». Analogo cordoglio è stato espresso dal presidente della Regione Lombardia, Formigoni. Walter Veltroni, sindaco di Roma, ha posto l'accento sulla sensibilita di Pontiggia che «come pochi altri ha saputo esprimere i sentimenti e le contraddizioni della società italiana del secondo dopoguerra». «Pontiggia era l'uomo più antiretorico che io abbia conosciuto, erade in questo della grande tradizione lombarda: era un manzoniano, ironico», il giudizio di Gian Arturo Ferrari, direttore generale della Mondadori. L'amico Alberto Bevilacqua ha parole di grande stima: «Era un talento di estrema lucidità e sapeva interpretare i drammi della vita con maestria e pudore straordinari».

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