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Il bello dei palinsesti? Sono gli spot

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La Rai a Cannes tra Festival della pubblicità e crisi di idee

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Il mondo degli spot che si è dato appuntamento a Cannes in questi giorni punta tutto sull'ironia per superare la crisi e snobba le feste e le passerelle con un'edizione poco mondana del tradizionale Festival della pubblicità che quest'anno compie cinquant'anni. Mentre la Rai si interroga sulla crisi dei palinsesti e della raccolta pubblicitaria (ieri si sono svolti due workshop sul cinema e sulla fiction) e il folletto Chiambretti perde anche la possibilità di guidare la «Domenica sportiva», ecco che l'Italia fa la parte della Cenerentola anche nella graduatoria degli spot più votati. Se infatti gli americani hanno ricevuto 164 nomination, gli inglesi 91 e il Canada 29, per l'Italia sono in corsa solo 8 produzioni per quello che oggi verrà consacrato spot dell'anno. Fra questi, quello della Diesel e, favoritissimo, quello della Pegeaut 206 in cui in perfetto stile Booliwood, si vede un ragazzo indiano far di tutto per rendere trendy la sua vettura, schiacciandola anche sotto il peso di un elefante. Chi dice che questo spot potrebbe vincere sottolinea anche che i filmati riguardanti le automobili sono quelli che vanno per la maggiore e nei quali la creatività si è sprecata di più. Ricordiamo quello della Volkswagen Golf che sta immobile mentre tutto il mondo le gira intorno o quello della Bmw 55, che viene "toccata" solo dagli agenti atmosferici. Insomma l'immagine patinata e futuribile della macchina diventa l'antidoto alla stessa crisi del settore. La macchina si umanizza e acquista personalità per sopravvivere. Se l'emozione resta appannaggio delle autovetture, per quanto riguarda gli uomini, non resta che ridere. È infatti l'ironia che ha strappato più applausi fra il pubblico del Palais raccolto a seguire le proiezioni. Ovazioni per lo spot Usa di un Umts, in cui un ragazzo sta per mangiare una tortillas che però somiglia straordinariamente a sua madre. Vuole dirlo alla sua ragazza e può farlo solo fotografando la tortillas e poi inviandola tramite Umts. Alla fine non riuscirà nemmeno a darle un morso... Ironici e surreali sono anche alcuni spot della birra (unica bevanda che fa dire la verità) e quelli della Nike che manda in campo un pazzo tutto nudo che invade lo stadio solo con un paio di Nike ai piedi. Stessa chiave per la Bilbao Calcio, dove , allo stadio sono tutti nudi, compreso il pubblico e l'arbitro calvo. L'unico vestito è un signore con la mglietta della Bilbao. «Per esorcizzare il momento storico, non certo allegro, il mondo dei creativi punta sull'ironia e sull'evasione surreale: e fa centro perché è anche intelligente», commenta Klaus Davi, passeggiando sulla Croisette, dove di personaggi noti fino a ieri si son visti solo gli invitati della Sipra e della Rai per il galà. Poche star e pochi testimonial noti nella pubblicità del nostro futuro dove a far la parte del leone sono sempre i calciatori. Il divo Beckham e Rivaldo, ad esempio, si sfidano nello spot della Coca Cola, in una sorta di Far West dove invece di puntare le pistole contro il rivale ci si gioca a calcio. Oggi i vincitori del Festival e la prima uscita in pubblico del direttore generale della Rai Cattaneo.

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