TANDEM, di Patrice Leconte, con Jean Rochefort, Gérard Jugnot, Sylvie Granotier, Francia, 1987.
Due solitudini. Il protagonista, cui dà volto sempre il grande Jean Rochefort, è un conduttore di modesti quiz radiofonici che gli hanno dato una certa fama nella cittadina di provincia in cui li coltiva. Al suo fianco, il suo autista, che gli fa anche da assistente tecnico. Stanno insieme tutto il giorno ma non sanno quasi niente l'uno dell'altro, solo uniti dai viaggi, dai miseri alberghetti in cui passano le notti e dall'ansia, entrambi, di avere successo. Che invece, a poco poco, viene meno, tanto che a Parigi i responsabili di quelle trasmissioni decidono di interromperle, licenziandone il responsabile. Il primo a saperlo è l'autista che, intuendo il possibile dramma, tace e anzi organizza ancora dei falsi raduni in questa o quella cittadina dove il conduttore si illude di proseguire nei suoi quiz. Non tardando però a scoprire a sua volta la verità. Anche se il finale ultimo potrà apparire consolatorio. Due ritratti felici, quasi sulla falsa riga di Don Chisciotte e Sancho Panza. Il capo, fatuo, fintamente sicuro di sé, pronto persino, con delle finte telefonate, a far credere di avere, lontana, una amante che l'adora, il gregario umile però generoso, disposto a tutto pur di mantenere l'altro nelle sue illusioni. In una chiave, comunque, in cui, anche se si fa avanti la commedia, è sempre la malinconia a dominare. In cifre, spesso, struggenti. I meriti di Rochefort come attore li conosciamo, gli si impongono però vicino anche quelli di Gérard Jugnot, che si ricorderà in «Monsieur Batignole», attore e regista. G. L. R