di VALERIA CHICHI A un anno di distanza dall'approvazione della famigerata legge 112/2002 ...
si danno battaglia a colpi di editoriali. Gli strali più diretti, ovviamente li ha lanciati l'ex Sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, mentre a difendere il provvedimento del governo, ci hanno pensato soprattutto Maria Teresa Armosino, sottosegretario al ministero dell'Economia e il ministro Urbani. «Dopo il polverone sollevato al momento dell'approvazione, di questa legge non s'è sentito più parlare - ha detto giovedì scorso il presidente di Archeoclub d'Italia Walter Mazzitti, alla conferenza stampa organizzata al ministero per i Beni Culturali - strane amnesie che in questo Paese si verificano spesso, così ci è sembrato giusto riaffrontare il tema con un intero numero di Antiqua». E il dibattito che ne è nato ha dimostrato come l'argomento, fuoco sotto la cenere, torni facilmente a scottare. «La cartolarizzazione in atto dà seguito alle leggi della precedente legislatura - ha puntualizzato il sottosegretario alle Finanze Armosino - mentre con la Patrimonio spa si venderanno nel prossimo biennio gli istituti carcerari "fuori uso", per poi realizzarne di nuovi». Il sottosegretario Armosino ha quindi denunciato la strumentalizzazzione della legge da parte degli avversari politici, attraverso lo sviamento ad effetto del senso dell'operazione di dismissione. E se da parte dei rappresentanti del governo si è gettata acqua sul fuoco invitando gli italiani, in qualità di azionisti del patrimonio dello Stato, a dormire sogni tranquilli, dall'altra Vittorio Sgarbi ha parlato di «nefasta legge che tra l'altro non serve a un bel niente». «Non è indicato da nessuna parte in modo esplicito che cosa non si può alienare, - ha scritto l'on. Sgarbi - cioè se gli Uffizi o il Colosseo non si possono vendere, dunque la prima cosa da fare è riscrivere completamente la legge».