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Quel gran bugiardo di Fellini

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«Le cose più reali per me sono quelle che ho inventato»

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Il documentario della durata di 105 minuti che sarà nelle sale da venerdì distribuito da Mikado ha già all'attivo un ricco palmares con premi raccolti un po' ovunque. Prendendo spunto dalla riconosciuta incapacità del maestro di distinguere la verità dalla menzogna, la finzione dalla realtà, questo documentario è un'esplorazione imparziale del grande regista con una miscela formata dalle sue ultime interviste inedite rilasciate prima della morte, nel 1993, da scene tratte dal suo capolavoro autobiografico «Otto e 1/2» e da tanti altri film importanti, compresa una grossa selezione di materiale raro e spesso inedito di Fellini impegnato dietro la macchina da presa. Tra il materiale, i giornalieri in 8 mm di Fellini e Mastroianni durante la lavorazione di «La dolce vita», alcune fotografie mai pubblicate, le conversazioni con amici intimi e collaboratori, e i giornalieri rubati dalla sala montaggio, ma anche i ritratti del regista regalati da Roberto Benigni, Terence Stamp e Donald Sutherland. «Le cose più reali, per me - racconta Federico Fellini a Pettigrew - sono quelle che ho inventato». Da questo spunto il regista canadese nelle dieci ore di conversazione con Federico Fellini definite dallo stesso maestro «la più lunga e dettagliata conversazione mai registrata sulla mia visione personale», ha messo poi insieme le affermazioni di Fellini e una serie di conversazioni approfondite con gli amici più intimi e i più stretti suoi collaboratori. Oltre quelli già citati ci saranno nel documentario: lo scrittore Italo Calvino che parla del confine tra illusione e realtà secondo Fellini; gli amici di una vita, Titta Benzi e il pittore Rinaldo Geleng che ricordano la sua giovinezza e il suo matrimonio creativo con l'attrice Giulietta Masina e lo sceneggiatore Tullio Pinelli (autore, tra gli altri, di «La strada», «La dolce vita», «8 e 1/2» e «La voce della luna») e il ricordo del direttore della fotografia Giuseppe Rotunno («Roma», «Amarcord», «Casanova», «La città delle donne», «E la nave va»). Ma Pettigrew non si è limitato a mettere insieme i brani dell'intervista e le scene più classiche e famose del repertorio di Fellini, ma anche a ripercorrere il cammino letterario del regista mostrando i luoghi originali nei quali Fellini ha girato capolavori quali «I vitelloni» (1953), «Le notti di Cabiria» (1957), e «8 e 1/2». Il prossimo documentario di Pettigrew, co-autore insieme a Federico Fellini del libro «Federico Fellini: sono un gran bugiardo» (pubblicato nel '94 da l'Arche in Francia e dal 20 giugno in libreria per Elleu Multimedia) avrà come protagonista Ingmar Bergman.

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