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«GENTE DI BAGHDAD»

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Tragico presente dell'Iraq in attesa di un caos totale

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Si tratta del volume «Gente di Baghdad» che Nuha Al Radi, artista di fama internazionale, ceramista, pittrice, scultrice, docente all'università americana di Beirut, ha scritto nel tentativo di portare alla luce la realtà irachena prima, durante e dopo le due guerre mosse dalla famiglia Bush contro Saddam. Un volume dai risvolti inquietanti da cui emerge un paese che ricerca disperatamente il senso della normalità ma che, tra bombe ed embarghi, non riesce proprio a trovare. La pace, secondo Nuha Al-Radi, sarà possibile solo tra molti anni e con altri presupposti. «La democrazia è un processo lento, non cresce sugli alberi e non arriva con le bombe - sottolineava la scrittrice incontrata nei giorni del conflitto - L'Iraq è un paese ricco, non ha bisogno di aiuti. Ha solo bisogno di non essere bombardato". «Gente di Baghdad», dunque, riporta allo svolgersi della vita in un paese bombardato dove le sirene del coprifuoco suonano in ritardo quando quasi non c'è più tempo per correre nei rifugi. «Sono passate tre settimane: 44mila raid aerei - scrive la Al-Radi a proposito della guerra del 1991 - C'è un'altra perdita nell'impianto idraulico. Mi toccherà controllare tutta la casa. Bush dice che fanno la guerra per creare la pace. Che assurdità. Che pace distruttiva è questa? Un nuovo ordine del mondo? Io lo chiamo disordine». Dalla descrizione delle giornate trascorse a versare secchi d'acqua nella cisterna che dopo poco rischia di non esistere più, al cibo ammassato nei congelatori che va in malora perché non c'è corrente, dai furti e dalle aggressioni sino ai pazienti che si recano in ospedale muniti di lampadine, il diaro di guerra dell'artista irachena diventa un unico corpo con la cronaca degli effetti disperati di un embargo inesorabile che sfocia in una critica dura, a tratti ingiusta perché non siamo tutti americani, nei confronti di un Occidente che la Al-Radi non riesce più ad accettare. «Dove sono le armi di distruzione di massa - chiede - Il problema è solo il petrolio. Ora, spenti i riflettori sulla guerra, costruire la pace sarà difficile se non impossible. Piano piano scomparirà l'interesse per l'Iraq e il paese sarà lasciato a se stesso, in un caos totale, come accaduto in Afghanistan». Nuha Al-Radi, «Gente di Baghdad» Sperling & Kupfer, 277 pagine, 16 euro

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