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di RAFFAELLO UBOLDI CINQUEMILA personaggi, andando in ordine alfabetico da Abbondio a Zivago, ...

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Sul piano strettamente stilistico si direbbe che il progredire dell'arte dello scrivere sia rimasto sostanzialmene fedele ad una regola fondamentale, quella di rendere interessante (accattivante , intrigante, appassionante) un personaggio grazie a quel semplice accorgimento strutturale che lo sottrae per un po' alla vista del pubblico per farglielo ritrovare poi , poco o tanto rinnovato, vivificato dalla provvidenziale uscita di scena. Un gioco di luci e di ombre che nel romanzo, epico o romantico che sia, ha sempre avuto successo. Quanto al carattere invece le mutazioni sono state e rimangono parecchie da un secolo all'altro, con un aspetto in particolare che concerne il nostro tempo: l'insicurezza di cui danno prova gli eroi della letteratura contemporanea. Sì, è la ricerca di un ubi consistam, nel secolo breve delle due guerre che ha cancellato tutte le certezze. ma anche negli ultimi vent'anni, quando caduto il Muro, anche le contrapposizioni ideologiche sono andate in frantumi. Per fare solamente alcuni esempi, dal dottor Zivago di Pasternak al piccolo Oskar Matzerath di Günter Grass, via va fino al commssario Montalbano di Camilleri, e così continuando quasi all'infinito. Sono alcune fra le constatazioni che vengono in mente dopo una prima visione dell'opera ponderosa, meritoria, fondamentale della Utet, che in tre tomi di qualcosa come 2210 pagine (euro 309.00), intitolati: «Dizionario dei personaggi letterari» (una sorta di seguito del precedente «Dizionario dei capolavori») ha raccolto la piu straordinaria galleria di ritratti che tutti insieme compongono il panorama letterario mondiale; personaggi storici, fantastici, immaginari, di letterature antiche ed esotiche, eroi mitologici, epici, biblici. Incontriamo così Amleto, Desdemona, Emma Bovary e il citato Zivago, ma anche il Gatto con gli stivali, Pippi Calzelunghe e la Fata Turchina, Alessandro il Grande e Alessandro Nevski, Genghiz Khan, Cleopatra e Napoleone accanto a Robinson Crusoe, Noè, il capitano Nemo e Ulisse, e poi Siva, Zeus, Odino, fino a personaggi senza nome (Il Narratore, Il Lettore, L'Analfabeta, Lo Sconosciuto, Lo Straniero, o L'uomo invisibile). Alle diverse voci hanno collaborato 216 specialisti, coordinati per aree geo-culturali da Adriano Boscaro, Oscar Botto, Daniela De Agostini, Marino Freschi, Mario Materassi, Irma Piovano, Giovanna Spendel, Gabriella Uluhogian (più una introduzione di Franco Marenco). Una cavalcata fuor di dubbio affascinant, dal più lontano passato fino ai nostri giorni, quando nel tirare le somme si finisce col capire che è la mancanza di più precisi punti di riferimento (sopra parlavamo di insicurezza) l'aspetto maggiore dell'uomo (o del personaggio) contemporaneo. E per chiarire meglio quale sia l'attualità di noi stessi bisogna dunque citare «L'uomo senza qualità» di Musil, «Ulisse» di Joyce, il commissario Ingravallo di Gadda, avviluppato nei meandri della vita, Drogo di Buzzati, in attesa metafisica nel «Deseto dei Tartari», naturalmente in versione meno alta ma con quel dubbio siciliano che ha fatto audience Camilleri con Montalbano. Zivago di Pasternak non sa reagire altro che in termini di personale disperazione al dramma della guerra civile che imperversa in Russia; l'Oskar Matzerath di Günter Grass, il bambino de «Il tamburo di latta» che si rifiuta di crescere, e smette realmente di farlo all'età di tre anni, che nell'etica si comporta come una banderuola esposta al vento, che nella politica non si riconosce in nessuna causa, che diffida della giustizia e dell'ordine pubblico dopo essere sfuggito alla punizione dei delitti di cui si accusa, laddove finisce in un manicomio criminale per ciò che non ha commesso. Può piacere o no che in tale modo stiano le cose; ma è un fatto che l'uomo d'oggi non sfugge troppo a una tale catalogazione. Di conseguenza un uomo (un person

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