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Omaggio di D'Alessio alla capitale Così va in delirio la curva dei fans

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L'artista con la sua collaudata band ci è riuscito con disarmante semplicità attraverso la forza della passione, trasformando lo spettacolo di circa tre ore, con la complicità dei 26 ragazzi della trasmissione televisiva "Amici di Maria De Filippi", in una vorticosa "jam session" in pedana, dove la scaletta circa 24 brani compreso un medley (Io che non vivo, Quel che resta del mio amore, Dove sei...) ha richiesto partecipazione e complicità dei fan. In questa ottica il concerto offerto dal cantautore napoletano nello scenario ammaliante dello Stadio Olimpico della Capitale, è un lungo atto d'amore, trasfigurando ogni brano in un bacio che schiocca dal palco e lì torna, ricambiato da un pubblico di trentamila amanti e da un parterre d'eccezione capitanato da Renato Zero e seguito da Ron e Anna Falchi, che non smette per un solo istante di incitare il cantante che sente suo. Succede allora che la voce di D'Alessio trovi un eco formidabile tra il pubblico, che tutto riconosce del repertorio della band sin dalle prime note suonate dal pianoforte. Non sfuggono alla presa le sorprese dell'ultima ora: «Roma nun fa la stupida» immortalata dallo strumento a coda posizionato a oltre cento metri di altezza e gli omaggi a Renato Carosone in «Caro Renato» e a Sofia Loren in «Donna Sofì». Sublimi scorrono, su due schermi giganti posizionati ai lati del palco le immagini delle pellicole più famose degli attori italiani che come per incanto, riportano agli antichi sapori della «dolce vita». Un paio di perle aggiunte alla collana di delizie che per l'occasione parte da «Non dirgli mai» (sulle note ballano Rossella Brescia e Valerio) passando da «Una notte al telefono», al duetto con Lida in «Un Nuovo bacio», che sostituisce egregiamente Anna Tatangelo, Mon Amour, Tu che ne sai (ballata da Federico e Ambeta) e che chiude con l'avvolgente «Buona vita». Il trionfo è assoluto, in un clima di magìa sospeso tra i riflettori dell'Olimpico e gli esausti spettatori. Una magìa che D'Alessio cerca di fissare per immagini fotografando un pubblico surriscaldato non meno di lui.

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