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di PAOLO CALCAGNO QUESTA volta Paulo Coelho fa centro con l'illuminazione del sesso.

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Stavolta, dunque, il ponte verso l'amore che costruisce Coelho non passa sugli scenari consueti della new-age ma conduce alla trascendenza della pratica sessuale che per lo scrittore carioca, oltre al piacere,«è il momento in cui si dà e si riceve energia spirituale». E il tema dell'estasi che conduce alla conoscenza di sé e all'amore per gli altri è stato accolto con entusiasmo dai suoi fans, come dimostrano le 200milacopie vendute in soli due mesi in Brasile e l'assalto di oltre mille fans (per lo più donne, giovani e mature), ieri nel cuore di Milano, alla libreria Fnac, per incontrare il celebre autore de «L'alchimista» e di altri best-sellers. Jeans nero e camicia dello stesso colore, Paulo con dolce pazienza ha scritto centinaia di dediche e firmato migliaia di autografi, accogliendo le pressanti richieste con un sorriso e, talvolta, anche con un bacio sulle guance delle sue ammiratrici. Al centro della nuova storia di Coelho una prostituta, Maria, giovane bellezza del Sertao, la regione a nord-est del Brasile, che detiene un triste primato di povertà. E dal suo diario apprendiamo che Maria si trasferisce a Ginevra e si dà alla prostituzione per sopravvivere, quando si rende conto che la promessa carriera di ballerina di samba non verrà mai mantenuta. «L'incontro con un artista, dopo un certo tempo - aggiunge Coelho - le fa scoprire il vero piacere, l'estasi. Maria si accorge che la sessualità non è soltanto routine, a volte persino dolore, o piacere degli altri. Scopre le dolcezze che vengono dal corpo, aiutano a conoscersi meglio e ad amare di più se stessi e gli altri». Gli undici minuti del titolo sono il tempo che Maria concede agli uomini che incontra. Perché undici minuti? «Perché undici sono le lettere del mio nome. Maria esiste. Io l'ho incontrata a Ginevra. Ma è anche una sintesi di tante altre donne, di tanti altri uomini e persino di me stesso. Il mondo gira attorno a quegli undici minuti». Nel libro rivela di aver trovato il diario di Maria a Mantova. Dunque, questo romanzo è nato in Italia? «Sì. Ero al Festival della Letteratura di Mantova, nel '97. Fu lì che in circostanze inaspettate trovai il diario di Maria. Come sempre, avevo già dentro di me il tema del libro, ma mancava il filo rosso. Quando trovai il libro, capii come costruire la storia». «Undici minuti», secondo Maria, bastano per scoprire l'estasi e le sue proiezioni celesti, oltre la soddisfazione della carne. E a lei quanto tempo ha richiesto la comprensione della sua sessualità? «Nella mia vita ci sono stati diversi periodi: quello del sesso libero, negli anni '60-'70; a cui è seguita una fase molto conservatrice. Poi, il tempo in cui il sesso non mi interessava del tutto, forse perché avevo esagerato. Ma per me il sesso è stato importante. Per questo ho scritto questo libro». Per lei «ci sono libri che fanno sognare, altri che fanno affrontare la realtà». Vale anche per i suoi libri? «Mi piace scrivere su temi che m'interessano, indipendentemente da quello che i lettori si aspettano da me. Non c'è una formula che ripeto continuamente, seguo i miei principi. E i lettori lo capiscono, altrimenti smetterebbero di leggermi».

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