di FAUSTO GIANFRANCESCHI HO L'IMPRESSIONE che sia in atto una cospirazione universale per non farci vivere tranquilli.
La storia della paura nella modernità ha una data di inizio, quando furono lanciate le prime bombe atomiche che distrussero due città giapponesi. Da allora, permanendo e anzi diffondendosi nel mondo il terribile rischio atomico, sono proliferate tante altre minacce globali, alcune reali, altre esagerate o addirittura immaginarie: la bomba demografica, la bomba biologica, la bomba genetica, la bomba terroristica, per non parlare delle aggressioni alla salute che addirittura mettono in secondo piano il famoso male «incurabile» per evocare altri flagelli come il fumo, l'obesità, l'Aids, e ora la Sars. Come possiamo salvarci in questa gimcana irta di ostacoli? Forse con un po' di buonsenso e di ironia. Un'apprensione esagerata è quella derivante dal clima. Periodicamente si diffondono gli allarmi perché fa troppo freddo o troppo caldo. A dire il vero il caldo è l'elemento che preoccupa di più, anche perché consente ai menagramo di denunciare le responsabilità collettive per l'emissione dei gasi che arroventano l'atmosfera: per colpa nostra i ghiacciai dei Poli, e anche delle Alpi, si scioglieranno determinando l'alzarsi del livello dei mari che distruggeranno le città di pianura, e via gufando. In realtà la responsabilità delle emissioni di gas, che pure hanno qualche influenza, è tutta da dimostrare nella sua presunta globalità perché la climatologia è una scienza molto incerta, incapace di controllare tutti i fattori in gioco, compresi quelli cosmici. Riferendoci soltanto all'Europa e al periodo storico che può fornirci dei documenti, si sono avvicendati grandiosi mutamenti climatici del tutto indipendenti dai torti della modernità. Fra il IX e il XIV secolo dopo Cristo ci fu un clima molto caldo di cui tra l'altro approfittarono i popoli del Nord per le loro lunghe navigazioni, fino alla Groenlandia che allora, come dice il nome, era verde. Poi è seguito un periodo molto freddo, fino al XIX secolo, e i popoli nordeuropei, che non erano angosciati dall'allarmismo della stampa e della tv, pur attraversando inevitabili difficoltà si divertivano a pattinare sui fiumi ghiacciati, come si vede in tanti dipinti del Seicento. Oggi sarebbe opportuno un atteggiamento analogo. Fa più caldo del solito? Allora andiamo al mare prima del solito, per goderci il sole senza guastarci la festa con i complessi di colpa e con il timore di un perfido futuro. Ma i gufi non si riposano: vedete che cosa vi succede? Siete vittime degli ingorghi e vi sta bene. A questo punto mi chiedo qual è lo scopo di questa cospirazione multilaterale per renderci ogni giorno più ansiosi. le ipotesi sono due: o è puro sadismo, in una spirale perversa che coinvolge i seminatori di paura; oppure c'è un grande disegno dei padroni del mondo per renderci deboli, insicuri, manipolabili. Comunque sia, ribelliamoci, opponiamo sobrietà e ottimismo ai profeti di sciagure sapendo che, al solito, Dio provvederà.