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Più partecipazione nella ricetta di Baudo per tonificare la Tv

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In particolare il padrone di casa di uno show deve abbandonare la fredda professionalità di chi è addetto esclusivamente a «cucire» insieme i vari segmenti di un programma per diventare parte integrante di esso. L'esempio più significativo è stato offerto da programmi come «Zelig», dall'appuntamento domenicale di «Quelli che il calcio» e, andando ancor più indietro nel tempo, dalle vecchie trasmissioni di Renzo Arbore. Solo attraverso il rinnovo della figura del conduttore integrato nello schema della trasmissione si riuscirà a rivalutare un genere la cui decadenza spettacolare è stata evidenziata dal degrado mostrato nella stagione televisiva appena conclusa. A tentare di restituire nuova dignità al genere ci ha già provato Pippo Baudo nell'ultima edizione del Festival di Sanremo con le sue incursioni nel vivo dello spettacolo, interagendo con cantanti, comici ed ospiti. Il conduttore è convinto che per la rinascita del varietà, ma anche dell'intrattenimento in genere, il padrone di casa, nella prossima stagione dovrà possedere una grande ed indiscussa personalità. «E soprattutto - puntualizza - non dovrebbe mai essere volgare. La personalità di chi è al timone di una trasmissione deve estrinsecarsi in tutti i momenti spettacolari perché l'indispensabile è dotare lo spettacolo di un filo conduttore la cui presenza deve essere molto ben evidente al telespettatore». Baudo ricorda anche il vecchio schema del varietà all'italiana degli anni Cinquanta in cui il conduttore «tuttofare» era al centro dell'attenzione. È il segreto del successo di una formula che, negli ultimi anni è stata modificata. Il motivo risiede nella mancanza di idee che ha spinto ad infarcire gli show di ospiti presenti senza una vera finalità per la buona riuscita del programma e molto di rado inseriti nella maniera più consona all'economia del programma. «Sono del parere che uno show non debba essere presentato ma vissuto, in una forma integrale e totale», afferma Pippo Franco. L'attore, personaggio di punta di programmi televisivi in onda dal Salone Margherita, continua: «Il mio ruolo, all'interno del Bagaglino è sempre stato finalizzato a dimostrare che solo un inserimento del conduttore nello spirito del programma può trasformare lo show in un momento di appeal per il telespettatore che deve essere convinto a non cambiar canale da una curiosità da mantenere viva dalla prima inquadratura alla fine». «Proprio nel tentativo di vivere le trasmissioni nella loro intima essenza, partecipando al pubblico anche le mie emozioni, mi sono attirata dure critiche sul mio operato», afferma Maria Teresa Ruta, alla conduzione, da ieri, di «Uno mattina week end», sulla prima rete. «Sono del parere che solo partecipando alla vita di un programma, cantando, ballando, raccontando, magari una barzelletta, se l'economia del programma lo consente si riuscirà a risalire la china di un genere in chiara difficoltà. È la visione del conduttore all'americana che, però deve prescindere da ogni forma di esibizionismo e perfezionarsi in una nuova completezza professionale».

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