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di VALERIA CHICHI Perché mass media e critica, di fronte a Moravia, Vittorini, Pratolini ...

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Fatto sta che nel decennale della morte di Vasco Pratolini, due anni fa, un ambiente letterario piuttosto imbarazzato ha denunciato la commemorazione un po' sottotono dell'autore di Metello, e di capolavori cinematografici come «Paisà». Ma anche un altro anniversario, quello della scomparsa di Alberto Moravia ha suscitato polemiche: il j'accuse è partito il 26 settembre 2000 dalle pagine di un grande quotidiano. «Moravia ha continuato a morire socialmente, a morire nella memoria della collettività», è stato scritto. E la campagna per non dimenticare Moravia partita con quella provocazione, rimbalzata da un quotidiano all'altro, si è poi rivelata un fuoco di paglia. Passando al settore dell'arte, un altro grande esponente dell'intellighenzia del dopoguerra, Renato Guttuso sembra oggi poco corteggiato, al contrario dei «soliti noti» impressionisti, espressionisti, e dei colleghi Picasso e Dalì che affollano le sale espositive di tutte Italia. Guttuso appeso al chiodo? «Senz'altro un cono d'ombra sembra aver investito la sua attività di artista e di intellettuale impegnato - dice Fabio Carapezza Guttuso, responsabile degli Archivi dell'artista nonché figlio adottivo dell'artista - ma sono momenti che si attraversano, legati alla situazione sociale, al cambiamento di desideri e miti». «Guttuso, come altri - spiega l'erede - racconta la nostra storia, ci porta a riflettere. Oggi forse si preferiscono temi ed esponenti che ci toccano meno, molto dipende dal ruolo che la società vuole che abbiano gli intellettuali». E mentre noi ci diamo all'esterofilia artistica, la mostra su Guttuso da Bagheria volerà a Parigi.

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