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di ROBERTO SACCARELLO ANCHE se il manifesto ha una storia molto antica — i suoi precedenti ...

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L'aspetto tecnico non sarebbe comunque sufficiente per l'origine e lo sviluppo dei cartelloni pubblicitari senza la nascita dell'industria, l'estendersi dei commerci e il fiorire di manifestazioni culturali e sportive che necessitano di un mezzo a grande diffusione per reclamizzarsi. Alla fine del XIX secolo, poi, questo veicolo di comunicazione trova gradualmente la sua vera struttura grazie all'apporto di tre grandi artisti dotati di capacità di sintesi e di notevole tecnica pittorica. Toulouse Lautrec, Bonnard e Chéret. All'epoca le comunicazioni pubblicitarie avvengono solo tramite affissioni o sulla stampa periodica. Sono una forma di comunicazione illustrativa, che mostra attraverso mani di artisti un prodotto, un evento un marchio. Il manifesto è lo specchio della società, delle mode e dei costumi che si sono evoluti negli anni, e sono in aumento le richieste e la ricerca di questo tipo di documento: dal collezionista che vuole avere un articolo in più, al semplice curioso che desidera trovare un oggetto d'arredo originale; dall'appassionato che delega un particolare manifesto a rappresentazione della sua passione all'azienda che cerca di riacquistare il manifesto non conservato. Negli ultimi anni si è assistito a «battute» milionarie, come è accaduto all'Asta Bolaffi del 1999, dove il rarissimo «Fiat in Pista — Il Big One» di Plinio Codognato è stato venduto per 220 milioni di lire, il prezzo più alto mai registrato per un manifesto italiano nelle aste di tutto il mondo. Sabato 31 maggio alle ore 15, a Torino presso la Sala Bolaffi di via Cavour 17, avrà luogo la prima Asta Bolaffi Ambassador Manifesti del 2003. Protagoniste dell'evento saranno oltre 900 affiches cinematografiche e pubblicitarie d'epoca di grande valore storico e artistico. Alcuni dei lotti più pregevoli sono firmati da comunicatori straordinarie come Marcello Dudovich, Gino Boccasile e Leonetto Campiello.

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