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di GABRIELE SIMONGINI IL MERCATO internazionale dell'arte ha ripreso a correre su alti livelli ...

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Entrambi sono stati forniti dall'audace Steve Wynn, re dei casinò di Las Vegas. Il 5 e e il 6 maggio , in due importanti aste tenutesi a New York, Wynn ha investito quasi 41 milioni di dollari per comprare senza alcun indugio due opere impressioniste: "Dans les roses (Madame Clapisson)" di Pierre-Auguste Renoir (da Sotheby's per 23,5 milioni di dollari) e un autoritratto di Paul Cézanne (da Christie's per 17,4 milioni di dollari). I due capolavori dovrebbero arredare le pareti di "La Revè", il nuovo casinò che Wynn sta costruendo a Las Vegas. Lo scopo è quello di attirare il turista americano innamorato del lusso e della raffinatezza all'europea. In ogni caso la Wynn Collection poteva già vantare importanti opere di Monet, Gauguin e degli stessi Cèzanne e Renoir. Del resto l'ormai mitico boom della fine degli anni Ottanta era iniziato quando il ricchissimo Allan Bond acquistò le "Iris" di Van Gogh alla stratosferica cifra di 49 milioni di dollari, poche settimane dopo il crollo di Wall Street del 1987. Da quel momento, per quattro anni, il mercato raggiunse quotazioni vertiginose (nel 1990 "Il dottor Gachet" di Van Gogh fu venduto per 82,5 milioni di dollari e "Au Moulin de la Galette" di Renoir per 78,1 milioni di dollari: sono ancora i record assoluti), prima della spettacolare crisi del 1991. L'entusiasmo innescato da Wynn ha indirettamente dato i primi frutti già pochi giorni dopo, nelle aste newyorkesi di arte contemporanea. Il 14 maggio da Christie's si è registrata una percentuale di venduto dell'89% e si è raggiunta la cifra record di 16,5 milioni di dollari per un'opera del 1958 di Marc Rothko, grande protagonista dell'espressionismo astratto americano (e più precisamente della "Color Field Abstraction"). Hanno raggiunto quotazioni elevate anche Jackson Pollock (una sua opera è stata venduta da Sotheby's per 5,2 milioni di dollari), Yves Klein, Andy Warhol, Frank Stella e Gerhard Richter. Lo stato attuale della situazione è ben espresso da Christopher Burge, Presidente onorario di Christie's in America: «Soprattutto le aste di arte contemporanea hanno chiarito che il mercato è forte e in rialzo. Non ci saranno più le bolle speculative del passato e di conseguenza delle quotazioni estranee ad ogni logica di mercato. I collezionisti si muovono con prudenza e cercano opere di grandissima qualità. Solo in quel caso sono disposti a spendere molto». E non a caso, nel 2002, quando è andato all'asta un capolavoro come "La strage degli innocenti" di Peter Paul Rubens è stata raggiunta la ragguardevole cifra di 76,7 milioni di dollari. Sia pure su livelli più contenuti anche in Italia, nel campo dell'arte contemporanea, la Fiera di Bologna, ad inizio anno, e il recente Miart di Milano, oltre a varie aste, hanno dimostrato che il mercato dell'arte è guardato con interesse. L'arte italiana del XX secolo, anche per le sue quotazioni contenute, sta incontrando una forte rivalutazione a livello internazionale. Due giorni fa una tela di Afro (Pietra serena) è stata aggiudicata per 326 mila euro ad un'asta di Christie's a Milano. Nella medesima occasione "Fiori" di Giorgio Morandi, un'opera del 1914, è stata battuta a 539.300 euro. Nelle aste londinesi dedicate annualmente da Christie's e Sotheby's alla creatività italiana sono stati stabiliti nuovi record per Alighiero Boetti, Tancredi, Giulio Paolini, Mimmo Rotella. Le star sono Giorgio Morandi e Lucio Fontana: pochi mesi fa una natura morta dipinta dal primo nel 1951 è arrivata a 675 mila euro, mentre un «Concetto spaziale» del secondo è stato aggiudicato per 950 mila euro.

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