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«Il successo costa caro, la Tv illude i giovani»

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Per la soubrette il canto e il ballo sono stati dissacrati. Ci rimettono quelli che si impegnano davvero

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L'attuale edizione, che potrebbe anche chiamarsi «La sai l'ultimissima?» e festeggia i dieci anni del programma, sarà composta di un collage delle migliori esibizioni dei tanti barzellettieri che hanno partecipato al programma negli anni precedenti, accanto ai nuovi concorrenti che si sfideranno in nome della battuta più simpatica. Questa volta non ci sarà più, come in passato, Claudio Lippi, ma il telespettatore troverà accanto alla show girl spagnola Valentina Persia che aveva curato gli interventi comici nelle passate edizioni. Ogni sette giorni, inoltre, la Estrada avrà come ospiti in studio una serie di comici e di personaggi del mondo dello spettacolo che uniranno le loro battute a quelle dei barzellettieri. Nell'attesa di tornare in video su Canale 5, dopo l'esperienza dello scorso anno su Raidue accanto a Paolo Limiti, la Estrada esprime le sue impressioni, notevolmente critiche, sulla stagione televisiva che si sta concludendo ed in particolare su alcuni programmi, appartenenti anche alla scuderia Mediaset, che creano dal nulla personaggi destinati a cadere di nuovo nel dimenticatoio, dopo un effimero successo. Dunque lei è d'accordo nel ritenere che la programmazione della stagione televisiva Rai e Mediaset, oramai conclusa è stata banale e priva di idee? «Abbiamo vissuto una stagione televisiva all'insegna del trash, della volgarità, del litigio dinanzi alle telecamere utilizzato come obbiettivo per catturare pubblico. Io non approvo gli insulti, i battibecchi gratuiti e costruiti che rimandano l'immagine di una Tv grossolana». Si spieghi meglio. Quali sono gli aspetti che condanna delle trasmissioni finora andate in onda e quali, in particolare, non le sono piaciute? «Non approvo soprattutto quei programmi che creano dei personaggi il cui destino, dopo una breve, illusoria e fugace gloria, è quello di essere distrutti e risucchiati nel cono d'ombra da cui provengono. Mi riferisco, ad esempio, a schemi come "Il Grande Fratello". Lo stesso programma "Uomini e donne" di Maria De Filippi, mostra personaggi che sembrano finti, parlano, litigano, appaiono come telecomandati da una regia superiore per fini spettacolari e per far credere al pubblico che hanno dei sentimenti. Alla fine poi sono destinati a cadere nel dimenticatoio. Ritengo siano personaggi fragili sotto tutti i punti di vista». Ma queste sono trasmissioni dagli alti numeri di ascolto «Quel che mi procura più dispiacere sono proprio le alte cifre dell'Auditel. Mi dispiace che la gente possa essere presa in giro e, soprattutto, provo un enorme rammarico per quei ragazzi che vengono illusi in trasmissioni improvvisate in cui si propongono balli e danze in prima serata». Non crede che questi programmi possano creare per tanti giovani, possibilità di lavoro? «Sono trasmissioni che hanno dissacrato il canto, il ballo, la danza. Non rendono un buon servigio a quei giovani che invece hanno la volontà di studiare seriamente e di sfondare in queste discipline spettacolari con un bagaglio di cultura». Insomma a quali canoni dovrebbe attenersi, secondo lei, un programma televisivo, oggi? «Io credo che la Tv generalista sia in grado di offrire spazi sufficientemente ampi a tutte le forme di spettacolo, purché siano studiate, scritte con cura e ragionate. Uno show non deve essere, cioè, mai improvvisato, come purtroppo avviene spesso, oggi. Il telespettatore, soprattutto nel varietà e nel reality show, non deve trovare soltanto leggerezza esasperante, banalità e litigi, bensì un intrattenimento sobrio, elegante, nel pieno rispetto delle più elementari regole di convivenza televisiva».

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