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MUSICISTI, intellettuali e politici hanno commentato la scomparsa di Berio.

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Per Riccardo Muti «scompare una delle figure più importanti del nostro tempo, un compositore fondamentale del Novecento». Luciano Pavarotti dice che «la musica ha perso un grande artista, che ha saputo attraversare le barriere a volte troppo strette dei generi musicali». Il poeta Edoardo Sanguineti, amico da 40 anni e autore dei testi dell'opera «Passaggio», dice: «Per me Luciano è stato la musica. In qualche modo l'ha incarnata». Commosso il maestro Gianluigi Gelmetti: «Era uno dei grandi musicisti d'oggi, oltre che un uomo di cultura, impegnato negli ultimi anni a Roma a lavorare per la città». Riccardo Chailly, direttore dell'Orchestra Verdi di Milano, non ha dubbi: «Da oggi il mondo della musica è diventato molto più piccolo. È scomparso uno dei più grandi compositori del nostro tempo, che si è sempre espresso in favore della divulgazione e dell'educazione musicale nel senso più alto». E il Sindaco di Roma, Walter Veltroni: «Con Berio è entrata la musica all'Auditorium. Lui ha fatto di Santa Cecilia una istituzione ancora più grande di quanto storicamente si era affermata». Secondo il ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani «viene a mancare uno dei protagonisti più rappresentativi della musica d'avanguardia a livello internazionale. Il suo nome rimarrà per sempre associato alla musica italiana». Per l'ex presidente della Camera Luciano Violante «scompare una delle più belle, innovative e rappresentative figure della cultura italiana».

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