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di CARLO ROSATI LE «EUMENIDI» di Eschilo si alternano a «I Persiani» in questa prima parte del ...

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Anche le «Eumenidi» sono state dirette da Antonio Calenda che completa il ciclo dell'Orestea, dopo aver proposto nei due anni precedenti l'«Agamennone» e le «Coefore». Nelle «Eumenidi» non ci sono assassinii o matricidi, come nelle prime due tragedie, ma c'è un problema di giustizia: la condanna a morte di Oreste che le Erinni perseguitano per il matricidio di Clitennestra, il quale si rifugia presso Apollo che lo ha spinto a vendicarsi della madre, dopo che questa aveva assassinato Agamennone, suo padre, l'eroe greco appena tornato in Argo. Apollo gli promette che veglierà su di lui, lo salverà, ma dovrà andare ad Atene e rivolgersi a Pallade: «Lì io troverò i giudici della contesa e il mezzo di liberarti per sempre da questo travaglio». Le Erinni che escono dalle botole della terra con la loro coefora, interpretata da una validissima e impetuosa Daniela Giovanetti, che non si tira indietro neppure davanti ad Apollo, vorrebbero il matricida; ma Pallade Atena decide di risolvere questa ambiguità, la «doppia ragione», facendo votare i giudici nell'aeropago, che darà il suo verdetto di parità, ma la dèa con il suo voto assolve l'imputato Oreste. Calenda con le valide e imponenti scene di Bruno Buonincontri, ha creato una grande sala di marmo, con un enorme tavolo al centro, che si apre sul fondo. Da lì entrano gli dèi, appaiono i loro simulacri, sarà allestito il tribunale di Atene ed alla fine si vedranno gli alberi macchiati di sangue. Un allestimento che si svolge con solennità e leggerezza coinvolgendo il pubblico che ha manifestato il suo gradimento con 13 applausi a scena aperta. Nelle prestazioni interpretative rileviamo quella di Osvaldo Ruggeri, pomposo dio Apollo, l'Oreste di Hossein Taheri, Piera Degli Esposti quale ombra di Clitennestra, l'Atena di Anita Bartolucci, la Pizia di Antonietta Carbonetti e la già menzionata Daniela Giovanetti. Indovinatissimi i costumi di Elena Mannini.

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