«SQUADRONE BIANCO»

Il libro di Quirico nasce dalla passione acquisita per l'Africa come inviato nel corso delle guerre degli ultimi anni, dal Mozambico al Congo, dalla Somalia all'Eritrea. E da due spunti personali che l'hanno motivato a questa fatica. Il primo raccolto seguendo le truppe eritree nel conflitto con l'Etiopia, quando si sentì dire «Peccato che voi italiani siate stati sconfitti a Adua. Altrimenti non saremmo qui a combattere e questa sarebbe Eritrea»: una frase che spiega quanto il senso nazionale eritreo si sia strutturato nel corso dei tanti conflitti sostenuti combattendo come ascari al fianco delle truppe italiane contro l'impero di Etiopia. Il secondo spunto è legato proprio alla battaglia sulle montagne di Cheren, dove per quattro settimane il generale Orlando Lorenzini guidò una eroica resistenza, sostenuta soprattutto dalle truppe coloniali, contro le preponderanti forze inglesi, finendo abbattuto da un colpo di fucile il 15 febbraio del 1941. La forza di questo mito Quirico poté toccarla con mano quando nel cimitero Asmara trovò accanto alla tomba di Lorenzini un ascari ultaottantenne, Ghelchessidam intento a pulire il marmo rosso della tomba e onorare poi il suo vecchio comandante con un rispettoso gesto di saluto. Questi spunti spiegano in qualche modo le lenti attraverso le quali l'autore si propone quindi di rileggere la storia coloniale italiana. Non limitandosi a elencare battaglie, dall' Amba Alagi a Macallé ad Adua ma tentando con successo di portare per la prima volta alla luce non solo l'apporto militare delle truppe coloniali, ma anche le implicazioni umane, psicologiche e sociali che la larga mobilitazione militare di quelle popolazioni significò per la loro vita futura. Domenico Quirico «Squadrone bianco. Storia delle truppe coloniali italiane» Mondadori, 360 pagine, 18,20 euro