di GIAN LUIGI RONDI TRAVOLTI DAL DESTINO, di Guy Ritchie, con Madonna, Adriano Giannini, ...
UN'IDEA balzana, quella di Madonna, di riprendere la parte che era stata della nostra grande Mariangela Melato in «Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto» realizzato nel '74 da Lina Wertmüller. Il suo terzo marito, però, l'inglese Guy Ritchie, le ha dato retta obbediente e così, pur sulla base dell'altro film, le ha imbastito attorno una storiella che, dopo averla vista schiavizzare, nelle vesti di una altezzosa americana, un marinaio italiano del suo yacht, facendoli naufragare insieme non tarda a vederli innamorati, con rapido scambio di ruoli. Lina Wertmüller, al momento dell'immancabile salvataggio, li restituiva, con malizia amara, ai ruoli di prima, qui vi tornano invece per dei disguidi che lasceranno entrambi in lacrime. Nelle cifre del patetismo più querulo. Mariangela Melato ci aveva regalato un ritratto tutto graffi di una ricca milanese, presuntuosa e piena di sé, che al segno di un'epoca univa la caricatura quasi feroce di una classe. Madonna, invece, che al cinema, salvo in «Evita», non ha dato molto, carica in tutta la prima parte il suo personaggio di una fastidiosa antipatia epidermica, lasciata poi confluire, al momento dell'amore, in una serie di sdolcinature senza la minima ironia del tutto estranee peraltro al suo carattere. Poteva vincere cantando, ma lo fa solo in una scena immaginata dal marinaio che non va oltre il videoclip, malamente inserito per di più in un contesto i cui elementi narrativi stanno sempre insieme a fatica. Nonostante la regia tenti di dar loro un tono con immagini ispirate ai video musicali. Resta da dire, al posto di Giancarlo Giannini a fianco di Mariangela Melato, di suo figlio Adriano nella stessa parte. Recita bene, si è visto anche in altri film, ma si doppia da solo con un accento siciliano che ricorda le comiche Tv.