TRIPLO GIOCO, di Neil Jordan con Nick Nolte, Tchéky Karyo, Emir Kusturica, Gran Bretagna, 2002.

È anche dedito alla droga, alle scommesse clandestine e al gioco d'azzardo. Un giorno gli propongono un colpo grosso al Casinò di Montecarlo. Non alla cassaforte, però, in una villa lì a fianco dove si custodiscono dei preziosissimi dipinti moderni di cui, nelle sale da gioco, sono esposte solo copie. Bob, sapendo che un poliziotto francese fa spiare da anni la sua attività, finge il colpo alla cassaforte mentre in realtà la sua banda prepara, con sofisticati accorgimenti quello alla villa. Intanto, per precostituirsi un alibi, mentre i suoi operano, va a giocare al Casinò dove vince in modo addirittura clamoroso, così quando il colpo ai dipinti andrà male, avrà modo di rifarsi una vita. Perfino lecitamente. Lo schema rispecchia quello di un film francese del '55, «Bob il giocatore», diretto con forti tensioni ma anche con molte finezze psicologiche da Jean-Pierre Malville. Seguendolo di nuovo, l'irlandese Neil Jordan («La moglie del soldato», «Michael Collins»), le ha rispettate entrambe e anche se ha ambientato la vicenda ai nostri giorni, inserendovi molti temi attuali (la mafia e la prostituzione in arrivo dall'Est), non ha mai tradito la vitalità e la forza del film originale. Con l'aggiunta di ritmi narrativi e di cifre visive (la fotografia è del grande Chris Menges) che per un verso non concedono mai soste all'azione e per un altro vi fanno sempre pesare attorno climi cupi e opprimenti, pur con qualche guizzo d'ironia. Il protagonista è Nick Nolte, in attentissimo equilibrio fra la decisione e la riflessione. Il poliziotto che lo tallona è Tchéky Karyo, con grinta dura ma anche con accenti umani. G. L. R.