di CARMEN GUADALAXARA BUON compleanno Claudio! Il cantautore romano Claudio Baglioni, ...
Visibilmente stanco, ma appagato l'artista si è raccontato con la semplicità e la compostezza che lo contraddistingue da quel lontano 1970, quando esordì con il suo omonimo disco «Claudio Baglioni». «Questo lavoro giunge a tre anni di distanza da "Viaggiatore sulla coda del tempo" e si compone di 13 brani inediti che hanno come unico tema l'amore» spiega Baglioni. È un disco d'amore, fatto di canzoni d'amore ("Tienimi con te", "Serenata in sol", "Per incanto e per amore"...) in senso classico e più in generale di canzoni d'amore per il mondo, nel tentativo di amarlo meglio e di amarlo di più. Cosa che non ho detto per quindici anni, perché solo dire la parola amore mi disgustava, mi dava fastidio; adesso dico forte che darsi più amore è l'unica speranza. Mi piacerebbe che chi lo ascoltasse ricevesse questo messaggio, almeno io ho provato a fare un disco che traboccasse d'amore». Anche se lontano da quelle sapienti fusioni di melodie e testi accarezzati da una grande tensione emotiva che che ci hanno accompagnato nel tempo («Strada facendo» 1981- «Io sono qui» 1995 ndr.), in «Sono io l'uomo della storia accanto» l'autore trova il coraggio di mettersi in gioco e di criticarsi: «È un disco plurale. Ci sono molte facce sia dal punto di vista dei contenuti, come detto prima, che da quello musicale. È un disco musicalmente articolato, in certi momenti addirittura sinfonico, in altri assolutamente leggero. È un cd vero dal punto di vista delle sonorità, c'è poca elettronica che serve a creare stati d'animo, non è palese, è subliminale, serve a portare meglio l'avanzamento del brano, serve a creare una sorta di suggestione nascosta». Riguardo a questo «io» al quale si fa riferimento nel titolo e sulla copertina dell'album, Claudio spiega che non è un «porsi al centro». È una parola che mi piace molto graficamente, perché è formata da un cerchio e un rettangolo. Inoltre mi piace perché lì dentro c'è un po' tutto, insomma l'io, che non è un accento su un ego. Al contrario, è il desiderio di recuperare e sottolineare il valore degli infiniti io-individuali, rispetto al rischio di omologazione che ci vorrebbe tutti cloni». «Sono io l'uomo della storia accanto» anticipa di circa un mese la realizzazione di un mega-tour mai prodotto fino ad oggi in Italia. Dal 14 giugno Baglioni sarà il protagonista di sette date, compresa quella dello Stadio Olimpico il 1 luglio. Uno show che avrà nel coinvolgimento e nell'improvvisazione due tra i principali elementi di vitalità e forza e che ogni sera, porterà al centro della scena fino a mille artisti, tra band, orchestra. Nessuna nostalgia per la tv? «In questo periodo ne ho davvero poca voglia - conclude Baglioni -. Continuamente vengo a contatto con dirigenti televisivi ed espongo loro le mie idee sul cosiddetto varietà ma c'e' sempre l'insistenza ossessionante verso gli schemi e i format. Un'ostinazione che mi ricorda quella dell'industria discografica che continua a perdere da anni le sue battaglie».