«Solo l'amore mi separerà dal cinema»
Per il regista danese, dopo la cosiddetta "trilogia del cuore d'oro" («Le Onde del Destino», «Idioti» e «Dancer in the Dark») questa pellicola è «un'ulteriore rottura di tutte le convenzioni cinematografiche». La storia è ambientata negli anni Trenta, in un paesino americano - Dogville - che viene svegliato da un improvviso rumore di spari: è questo il segnale dell'arrivo di Grace (la Kidman) che sconvolgerà le abitudini della gente, con una piccola rivoluzione che emerge anche dallo stile del film. Un villaggio surreale, con spazi neri e scritte bianche, diventa un emblematico live set dove ciò che più conta è la recitazione di Nicole, con Lauren Bacall, Stellan Skarsgard, Paul Bettany e James Caan. Mrs. Kidman, come è nato l'incontro con von Trier? «È una lunga storia - ha spiegato ieri la bellissima diva hollywoodiana, stretta in un lungo abito nero scollato (cambiato nel pomeriggio con una mise rossa a fiori), che contrastava con una collana di brillanti, con la sua pelle candida e con i suoi occhialetti da bibliotecaria - Rimasi molto colpita anni fa dal film di Lars, "Le onde del destino": mi ha completamente affascinato la storia di quella donna che si è totalmente sacrificata per l'amore verso suo marito. Così, qualche tempo dopo, in un'intervista dichiarai che il mio più grande desiderio era di lavorare con Lars e, poco dopo, fui contattata da lui». Cosa le ha lasciato l'esperienza del set di «Dogville»? «Mi sono affidata completamente a Lars e questo mi ha dato molta serenità: ho lasciato tutto il controllo a lui. Sono molto fiera di averlo fatto, e continuerò con von Trier la prevista trilogia su questo stesso personaggio, Grace: il prossimo episodio s'intitola "Mandalay". Mentre giravamo alcune scene in Romania, io e Lars abbiamo camminato nella foresta per diverse ore e ci siamo confidati molto: conoscerlo a fondo è stato per me fondamentale». Quanto le somiglia il personaggio di Grace? «Grace è una donna molto forte, ma umiliata, una donna che scappa da una banda di gangster, da un passato violento e da traumi infantili che l'hanno terribilmente danneggiata. Eppure, ha una voce molto dolce. Dopo il mio divorzio da Tom Cruise, prediligo i personaggi femminili forti, che sanno prendere in mano il proprio destino sentimentale e professionale. Vivo come tante altre donne divorziate, sono madre di due bambini, ma la mia visione del mondo ora è molto cambiata e conosco meglio me stessa. Sono felice di incarnare una donna come Grace. In questa trilogia, Lars racconterà la depressione dell'America nel 1929, per far riflettere sul potere di corruzione del capitalismo». I suoi ultimi impegni? «Ho da poco prodotto "In the cut", l'ultimo film di Jane Champion, ma quello che più m'interessa è fare l'attrice, esplorare nuove culture e scoprire l'autenticità dell'arte. Forse, se m'innamorassi davvero, potrei un giorno smettere di fare questo mestiere».