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Il romanzo «Fahrenheit 451», capolavoro della letteratura fantascientifica di Ray Bradbury, compie mezzo secolo.

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Un successo che non sarebbe stato di breve durata: «Fahrenheit» in 50 anni ha totalizzato 34 traduzioni in lingue straniere e si stima che abbia venduto nel mondo più di sei milioni e mezzo di copie. Ad alimentare il successo del libro ha contribuito anche il cinema, con l'omonima pellicola del 1966 girata dal regista francese François Truffaut. «Fahrenheit 451», preceduto da «Cronache Marziane» uscito nel 1950, affranca la fantascienza dall'etichetta di genere di serie b e segna l'inizio della vera fortuna di Ray Bradbury. L'autore improvvisamente passa da una condizione di poca stima dell'editoria specializzata a quella di successo nell'editoria tout court. Bradbury, che attualmente vive in California con la moglie e ha 82 anni, occupa comunque un posto a sè nel panorama della fantascienza del secondo dopoguerra. In effetti, il fantastico di Bradbury è molto sfumato, delicato, quasi uno sfondo per storie concentrate principalmente sull'essere umano e sulle riflessioni sociofilosofiche. Per l'autore americano, «la fantascienza non è che un pretesto per dare sfogo all'estrosa fantasia, e per una protesta contro la vita di oggi».

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