Esistono programmi il cui successo televisivo prescinde dai conduttori.

Tenuto a battesimo da Simona Ventura, il programma è stato successivamente affidato ad Alessia Marcuzzi che, pur nell'evidente tentativo di ricalcare le orme di chi l'aveva preceduta, è riuscita ad inserirsi nell'atmosfera di cinica e, talvolta, spietata goliardia dell'appuntamento. La forza delle Iene è infatti rappresentata dai servizi sul campo, dalla curiosità di una formula che si spinge persino allo sberleffo dei potenti. Accade che spesso il limite del buongusto possa venire superato. E succede anche che gli autori si spingono su sentieri della denuncia sociale, settore nel quale sembra essersi specializzata «Striscia la notizia». Il tentativo di emulazione è ben evidente anche nella copertura, con un apposito cerchio, dei visi delle persone avvicinate, durante le varie inchieste. Ma, nonostante l'atmosfera di comicità e l'insistenza dei protagonisti nel perseguitare i propri bersagli per rivelarne le magagne, il contesto delle Iene è differente da quello di «Striscia la notizia». La Marcuzzi ed i suoi «boys» infondono al loro programma una spiccata, a volte esasperante, cattiveria che si materializza anche in un linguaggio trasgressivo ed in un montaggio velocizzato che macina quasi le immagini, tritura il superfluo, per giungere a quanto interessa. «Striscia la notizia» insegue i propri bersagli in funzione di quelle che definisce le «proprie battaglie civili». Mar. Cat.