Quando morì sulle strisce di Abbey Road
La leggenda nata sulla foto di copertina dell'album. Qualche anno dopo intitolò un cd «Paul is live»
Eppure nell'autunno del 1969, all'indomani della pubblicazione di «Abbey Road» - ultimo album dei Beatles, che però uscì per penultimo - si scatenò uno strano caso. I Beatles stavano lavorando negli studi dell'omonima strada, quando al fotografo, Ian Macmillan, vennero concessi dieci minuti per fare delle foto. Era stato proprio Paul a ideare la copertina della celebre camminata sulle strisce personali, scattata alle 10 di mattina dell'8 agosto 1969. Fu Macca a scegliere la foto per la copertina fra quelle scattate da Macmillan in bilico su una scala a pioli. Poche settimane dopo l'uscita del disco, in America nacque il movimento «Paul è Morto». Fu il disc jockey Russ Gibbs, della stazione radio WKNR di Detroit, ad insinuare che Paul avesse litigato con gli altri del gruppo dopo una seduta di registrazione effettuata il 9 o il 10 novembre 1966. Secondo la ricostruzione, Paul uscì infuriato, partendo a tutta velocità con la sua Aston Martin e rimanendo addirittura decapitato in un incidente. Brian Epstein, impresario del gruppo, avrebbe tenuto segreta la notizia utilizzando un sosia. Gibbs sosteneva che gli indizi si potevano trovare nella foto stessa. Nell'immagine Paul è scalzo, ovvero un simbolo di morte per la mafia o per gli antichi greci. Un giornalista del Michigan, Fred LaBour, fece notare che John Lennon era vestito tutto di bianco (il sacerdote), Ringo Starr di nero (impresario di pompe funebri) e George Harrison (becchino) stavano officiando un rito. Nella camminata Paul non è al passo con gli altri, il che significava che si trattava o del suo cadavere o di un sostituto che aveva subito una plastica. Senza contare che Paul teneva una sigaretta nella mano destra mentre tutti sanno che il vero Paul Mc Cartney è mancino. Interpellato, il musicista disse semplicemente che quel giorno faceva molto caldo, si era presentato con il suo abito Oxfam e con un paio di sandali, che si tolse per alcuni scatti. Ma i fanatici del «Paul è morto» non si arresero, dimostrando che nella copertina di «Abbey Road» compare una Volkswagen con la targa 28IF, indicando che Paul avrebbe avuto 28 anni se (if) fosse vissuto... Infatti Mc Cartney aveva proprio quell'età e quell'auto era di proprietà di un tale che abitava nel palazzo affianco. Il fotografo aveva chiamato il carro attrezzi per farla spostare ma era arrivato troppo tardi. Anni dopo quella targa (LMW 28IF) venne rubata e alla fine battuta all'asta da Sotheby's nel 1986 per oltre mezzo miliardo. Come se non bastasse, il retro della copertina mostra la targa stradale di Abbey Road solcata da una crepa, altro segnale di presagio dall'al di là. Fra i fanatici, una fazione sosteneva che Paul era stato assassinato dalla Cia, un'altra che fosse stato un attore, William Campbell, a sottoporsi ad un'operazione di chirurgia plastica per diventarne il sosia. Gli indizi continuavano a proliferare: si ascoltarono al contrario o a velocità doppia brani come «A Day in the Life» o «I'm the Walrus», dove l'incidente di Paul si poteva ascoltare in modo realistico. Altri scoprirono che mettendo allo specchio la copertina di «Magical Mystery Tour» appariva un numero di telefono, formando il quale era possibile mettersi in contatto con lo stesso Paul nell'al di là. In realtà quello era il numero di telefono di un giornalista del Guardian, spinto sull'orlo della pazzia da centinaia di telefonate che gli arrivavano. Sempre sullo stesso disco, gli altri tre hanno rose rosse, lui una nera. Insomma, un supplizio. Derek Taylor, il loro addetto stampa, era disperato, alla fine ammise stremato: «Forse è morto. Come faccio a saperlo?». Decisamente "english" la reazione del diretto interessato, anche se prese a prestito una frae di Mark Twain: «Le voci sulla mia morte sono enormemente ingigantite».