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«Let It Be» ripubblicato senza gli archi di Spector

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La sintesi dell'opera che portava in sè i germi di un addio cui mancava solo l'ufficializzazione fu frutto del produttore Phil Spector. Gli arrangiamenti orchestrali di «Let it be» sono tutti merito suo. E quegli archi un po' pesanti in «The Long and Winding Road» furono motivo dell'ennesimo litigio tra Paul e John. Lennon avrebbe voluto un semplice accompagnamento di pianoforte (come avrebbe poi fatto nell'indimenticabile «Imagine»), McCartney accettò la linea Spector. E fu la goccia che fece traboccare il vaso. Ora a 33 anni dall'uscita di quel disco la Emi si appresta a mettere in commercio, probabilmente in autunno, la versione di quel disco "depurata" dagli arrangiamenti del produttore. È quasi un omaggio postumo che Paul ha voluto fare al suo più grande amico-rivale: ridare a «Let It Be» il suo carattere originario, contradditorio, sì, perché si trattava solo di canzoni in ordine sparso, ma pur sempre in un grande disco. Riascoltare «Get Back», «Across the Universe», entrambe di Lennon, e l'immortale «Let It Be» scritta da Paul dopo una crisi da droghe, suonate dai soli strumenti dei Fab Four sarà una delizia per le nostre orecchie. Cla. Mon.

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