Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

di CARLO ROSATI COME fare a raccontare l'infinito? Luca Ronconi, il direttore del «Piccolo» ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Non si poteva tirare indietro da questi «Infinities», anzi li ha provocati e costruiti con un esperto, l'astrofisico e matematico britannico John David Barrow. Le sfide di Ronconi sono iniziate con l'«Orlando»allestito con gli allievi dell'Accademia, con i quali girò l'Europa e il mondo dentro il tendone di un circo: l'azione si svolgeva in mezzo al pubblico. Ha proseguito, tra gli altri, con «Utopia», con il «Calderon» di Pasolini, con «Gli ultimi giorni dell'umanità», portando binari e locomotive al Lingotto di Torino. Questi «Infinities» che verranno presentati fino al 1° giugno ed ad orario continuato, dal pomeriggio alla sera, negli ex-Laboratori della Bovisa, si possono avvicinare al suo «XX» da Wilcock, nato nel '70 a Parigi, che si svolgeva in venti stanze differenti. I luoghi di «Infinities» sono soltanto cinque. Cinque paradossali spazi che fanno sgomentare il visitatore o lo spettatore. Cinque «paradossi» separati da attraversare per crearsi un itinerario. Sono composti dall' «Albergo Infinito», nel quale il direttore chiede se «Ci sarà posto abbastanza per tutti?», anche se ha un numero infinito di stanze; ma tutte occupate. Poi c'è «Vivere per sempre», nel quale ci si interroga sulla funzione della morte; che, se scomparisse, farebbe nascere problemi più gravi. Il terzo, «Replicazione infinita», dove ogni cosa potrebbe accadere un numero infinito di volte. Poi l'«Infinito» che Barrow invita a vedere come ciascuno crede. Infine, nella quinta parte si tenta di stabilire chi sia davanti o dietro una fila, per arrivare al paradosso dei paradossi quando ci si trova in un cerchio: dove inizia il finito e dove arriva l'infinito; l'infinito, ci si chiede, potrebbe avere un limite, una fine? Quello allestito da Ronconi sembra un test sulla nostra immensa ignoranza: la «grande storia del nulla».

Dai blog