di PAOLO CALCAGNO POESIA in mostra e quadri in musica.
All'inaugurazione della sesta edizione de «Il Colore della Musica», progettata dalla Fondazione Maimeri, i mondi di moda, arte e musica leggera si sono fusi in un eccitante amalgama, festeggiando con brindisi e applausi i due protagonisti che, oltre a collocare una trentina di loro opere negli storici saloni di Palazzo Durini, hanno dato vita a una breve e divertente performance. Il sarcasmo e il paradosso, talvolta lietamente sconfinato nell'autoironia, è il comune denominatore che lega l'artista calabrese al cantautore napoletano. E, certo, sostare nella sala dove la voce di Rotella riavvolge a ripetizione le sue poesie fonetiche è un godimento raffinato e inusuale, al quale non è inferiore la sensazione di piacevole inquietudine che regala al visitatore la sorpresa delle opere grafiche di Edoardo Bennato, eseguite col pennarello o con tecniche miste. Naturalmente, alle pareti le immagini lacerate e poi ricompattate dei manifesti di Anita Ekberg, Giulietta Masina, Marcello Mastroianni, Elvis Presley, John Wayne e Marilyn Monroe testimoniano l'arte del décollage dedicato a Fellini e Hollywood che ha portato Mimmo Rotella nei principali musei del pianeta (attualmente, una sua personale è a Pechino, mentre a luglio inagurerà una nuova mostra a Città del Messico). E, allo stesso modo, un video con i suoi brani più celebri, da «Sono solo canzonette» al recente «Afferrare una stella», ci regala il blues dolente e il rock graffiante di Bennato. La voce dell'inimitabile "burattino senza fili" della nostra musica leggera spruzza con i vivaci colori del sogno l'intenso bianco e nero dei profughi della Bosnia, del soldato americano che tiene in braccio un bimbo iracheno o del caotico tecnicismo di una sala di registrazione. «Non conoscevo Rotella, ma sono contento di essere stato abbinato a lui - ha commentato Edoardo Bennato - perché come me viene dal Sud e va alla scoperta del mondo in prima persona, con la sua esperienza. E come me concepisce l'arte come provocazione».