Caso Moro, un film rilancia le vecchie teorie
Polemiche per «Piazza delle Cinque Lune» di Renzo Martinelli girato con fondi pubblici
Il quarto di secolo trascorso, segnato da uno strascico di misteri, veleni e morti, non è stato sufficiente a fare chiarezza. E da oggi riapre il mai chiuso caso Moro il film «Piazza delle cinque lune» firmato dal regista di «Vajont», Renzo Martinelli, che sbarca in 200 sale grazie all'Istituto Luce, che lo distribuisce e lo coproduce con inglesi e tedeschi. «Né Rai, né Mediaset - sottolinea il regista - e non saremmo mai riusciti a raccontare questa storia senza l'aiuto straniero e la passione di chi ha lavorato al film. Eppure via Fani è il crocevia della storia d'Italia. I nostri nipoti lo studieranno a scuola come noi abbiamo studiato lo sbarco dei Mille». La sceneggiatura è firmata da Martinelli e Fabio Campus, con la consulenza del sen. Sergio Flamigni. Un lavoro, assicura Maria Fida Moro (che ha presentato il film seduta accanto a Martinelli e all'interprete Stefania Rocca, nella foto di Giancarlo Sirolesi) che i familiari hanno trovato ben fatto. Alle immagini della fiction si mescolano, a tratti difficili da distinguere per chi quegli anni li ha vissuti, quelle autentiche di Moro nella prigione, sotto la bandiera rossa con la stella a cinque punte, poi il suo corpo nel portabagagli della Renault. Fino al filmino in super 8 che mostra la dinamica dell'agguato (falso, ma che ne esista uno vero, mai trovato, è uno dei tanti misteri insoluti della vicenda), fa seguito la registrazione (vera) della telefonata tra Morucci e il professor Tritto che annuncia la morte dello statista. Contro il film, che rilancia la tesi di un coinvolgimento della Cia e dei nostri servizi segreti nel rapimento Moro, ieri si sono pronunciate le forze della maggioranza. In particolare dure critiche sono state mosse contro la concessione di fondi pubblici per la realizzazione del film. Alla Camera è stata presentata una interrogazione al ministro Urbani.