di PATRIK PEN SI È appena chiusa la terza edizione del Festival di Sant'Efisio a Cagliari, un ...
È stato aperto il 25 aprile da un'esecuzione di «Capriccio», l'ultima opera di Richard Strauss. «Capriccio» è diventata, negli ultimi tempi, uno dei lavori di Strauss più rappresentati in Italia. L'edizione di Cagliari gareggia con quelle del San Carlo del 2002 e di Firenze del 1987 per eleganza, cura e risultati. È una «conversazione in musica» di un solo atto di due ore e mezzo in cui discussioni estetiche e corteggiamenti ruotano attorno alla banalità del dover scegliere. La regia è di Luca Ronconi che aveva già allestito l'opera a Bologna nel 1987 e nel 1991. Di queste edizioni ha mantenuto l'idea delle grandi specchiere. L'azione è trasportata dal 1775 al 1930, dagli anni in cui ci si avvicina alla rivoluzione francese a quelli che portano alla seconda guerra mondiale. L'accento è su una recitazione accuratissima, in cui i movimenti muovono la «conversazione». La bacchetta di Rafael Frübeck de Burgos dà un'interpretazione limpida della difficile scrittura, con risultanti superbi nell'abbandono orchestrale «al chiarore di luna» che precede il finale. L'orchestra di Cagliari dimostra ancora una volta la sua grande classe. Madeleine è la bellissima Dagmar Schellemberger con fraseggio accuratissimo. Giuseppe Filianoti è, senza dubbio, il Flamand migliore ascoltato in questi ultimi anni, un risultato straordinario per il giovane cantante italiano. Marcus Werba conferma di essere un ottimo Olivier. Molto efficaci Doris Soffel (Clairon) e Wolfgang Holzmair (il Conte) nelle loro schermaglie erotiche. Altre chicche: il concerto di Lorin Maazel con la Filarmonica della Scala, la prima mondiale di un lavoro di Azio Corghi ed il grandioso affresco corale di Rachmaninoff «Vespro in memoria di Stepan Smolesky». Infine, un annuncio: la New York Philarmonic, guidata da Maazel, ha scelto Cagliari come sua residenza estiva: quattro concerti in esclusiva per l'Europa.