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IL PROBLEMA delle origini della vita sulla Terra è ancora oggetto di discussione fra gli scienziati.

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Ora, però, sta prendendo corpo un'altra ipotesi, ossia che quelle molecole non provenissero da vulcani terrestri, ma da sorgenti idrotermali sottomarine, i cosiddetti camini neri o black smoker, scoperti per la prima volta nel 1977 sui fondali delle Isole Galapagos. Nel 1988 il chimico tedesco Günther Wächtershäuser avanzò l'ipotesi che proprio la reazione fra idrogeno solforato e solfuro di ferro emessa dai camini doveva essere all'origine della formazione di molecole organiche. In quest'ambiente estremo, caratterizzato dal buio assoluto e da un'altissima pressione e temperatura, oggi vivono batteri, gamberi, vermi tubolari e molluschi forniti di conchiglia; tutti legati in una catena alimentare che parte da questa energia chimica anziché da quella solare con la fotosintesi. Per studiare la loro vita e il loro comportamento, sempre più importanti si stanno rivelando i ROV, i robot filoguidati da una nave appoggio. Robot sottomarini sono impiegati anche in ricognizioni di archeologia subacquea. Laggiù, queste "creature" meccaniche potrebbero trovarsi faccia a faccia con uno dei più straordinari abitanti del mare, l'Architeuthis, meglio noto come calamaro gigante. Dell'esistenza di questo mollusco che, da adulto, misura 20 metri di lunghezza, si hanno le prove scientifiche, ma non se ne conosce esattamente la biologia; anche perché finora sono stati trovati soltanto alcuni "cuccioli" morti (nella foto uno di questi esemplari), spiaggiati sulle coste della Nuova Zelanda o caduti nelle reti dei pescatori neozelandesi: misuravano "solo" 9 metri di lunghezza. P. C.

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