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FU DAVVERO Mussolini a dare l'ordine di uccidere il deputato socialista Giacomo Matteotti? Renzo De Felice ...

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L'ipotesi del coinvolgimento della Corona viene rilanciata da Marcello Staglieno nel libro «Arnaldo e Benito», una corposa biografia dei fratelli Mussolini che arriva domani in libreria pubblicata da Mondadori. Riferimenti diretti alla vicenda Matteotti, che il 12 giugno 1924 fu trovato morto dopo due giorni dalla scomparsa sul lungotevere Arnaldo Da Brescia a Roma, li pubblica Staglieno riportando la conversazione telefonica, trascritta dal servizio intercettazioni del ministero degli interni, proprio la notte del 12 giugno, tra Benito e Arnaldo Mussolini. I commenti del Duce si sarebbero potuti trovare anche nei famosi Diari. Ma all'Archivio centrale di Stato mancano i due fascicoli sul delitto Matteotti e Cesare Rossi: erano tra quelli che Mussolini portò nell'aprile '45 nella fuga verso la Svizzera e che caddero in mano ai partigiani e mai più riversati nell'Archivio. Secondo Matteo Matteotti, il delitto del padre, venne concepito sia per sottrarre al deputato socialista documenti compromettenti per De Bono, Finzi (il sottosegretario agli Interni che poi morì alle Fosse Ardeatine), Rossi (capo ufficio stampa della presidenza del Consiglio), Filippelli (direttore del Corriere Italiano) e soprattutto per il re. E sia per impedire un nuovo governo con i socialisti, che Mussolini era intenzionatissimo a fare e che, non voluto da quei suoi collaboratori, incontrava l'estrema ostilità di Vittorio Emanuele. Quello scandalo, se scoperto, avrebbe potuto travolgerlo con un passaggio della Corona al Duca d'Aosta se non addirittura provocare una crisi istituzionale, che avrebbe potuto portare all'instaurazione della Repubblica. Il risultato fu, oltre al delitto che scioccò l'Italia, la svolta squadrista del regime fascista.

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