Tragiche avventure di un'anima ferita
Per raccontare eventi confitti in una realtà dura e marchiata da un crudele destino, Laura Pariani adotta, in «L'uovo di Gertrudina», la sua consolidata scrittura fiammante e scagliosa, slanciata in una varietà di registri e in affilati scandagli psicologici e impatti tra colori e sensazioni che trovano, proprio nel tessuto cromatico del lessico, una pista di rifrangenza. La ripresa diretta e ardita, il severo uso del documento, l'interferenza dei piani (l'autrice espone la sua voce e la sua officina) orientano il coraggioso itinerario di suor Assunta verso il «Fin del Mundo», tra zone d'ombra e disorientamento, speranze e «caos». Tornata dalle desolate lande degli indios, per finire, «straniera», i suoi giorni in convento, la missionaria piemontese sembra guardare da una fotografia, «con l'ambigua autorità dei morti». Al paesaggio glaciale dell'estremo Sudamerica, ripercorso a distanza di molti anni dalla Pariani sulle orme di Assunta, subentra la brughiera in cui è ambientato il dramma di Antonia Pusterla, rinchiusa dal marito nel convento del Santo Sepolcro per espiare la colpa di un tradimento. Circondata dal «sorrisetto morboso» delle consorelle, è trucidata tra quelle mura austere da chi per tanti anni ha «macinato una tal vendetta dentro di sé». Odio e tormento reca anche il torturatore mascherato, detto il Corvo, che infierisce sul corpo di suor Alice, a Buenos Aires, durante la dittatura militare. Uno «spasimo del tempo» avvolge la donna in una «solitudine incontaminata», prima che i suoi aguzzini la gettino nel vuoto da un aereo. «Spasimo» sono gli incubi notturni che assalgono Maria Celeste, figlia di Galilei, la quale si consola, nella monotonia delle «minuzie» monastiche, preparando cibi per l'illustre genitore. All'«obliquo pensiero» non si sottrae suor Tránsito, immersa nell'atmosfera mefitica del monastero di Verapaz, strangolato dalla laguna. Nell'ipnosi dei ricordi si affaccia la scomparsa compagna Candelaria, oggetto di un amore di fumo. Prigioniera del suo tremendo segreto, la protagonista è una «marionetta indifesa», in attesa della morte. Sigilla il rosario di anime inquiete la Gertrude manzoniana che, bambina, riceve dal padre una bambola vestita da suora. Chiamata dal racconto a far parte di quel «nostro niente che reclama amore», entra nel battito eterno della narrazione, insieme con tutti gli altri personaggi riuniti dall'autrice nella sua storia. Laura Pariani «L'uovo di Gertrudina» Rizzoli, 223 pagine 14.50 euro