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Loredana Cannata, la solitaria

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«Non credo nei rapporti di coppia, l'amore presto svanisce»

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Nella vita privata, invece, è un "animale solitario" che vive bene con se stessa anche se ogni tanto passano delle "comete" a schiarire il suo cielo. «Non mi interessano i rapporti di coppia - dichiara la giovane attrice siciliana - perchè sono convinta che l'amore dopo un po' svanisca e lasci spazio solo all'abitudine». Lei, di origini siciliane, come è approdata nel mondo dello spettacolo? «Era scritto nel mio destino: a sette anni sono rimasta talmente "folgorata" di fronte ad una foto in bianco e nero di Marylin Monroe da decidere che quella sarebbe stata la mia stella cometa da seguire. A 18 anni la passione per il giornalismo mi ha portato a Roma, all'Università. In realtà ho capito subito che il mio obiettivo era dirette altrove. Ho iniziato a darmi da fare con piccoli provini, ho attraversato tutti i gradini della gavetta, finchè non ho incontrato un giovane agente che, piano piano, mi ha introdotto». Pentita di non aver incontrato subito la persona giusta? «Assolutamente no: posso dire di avere fondamenta più solide rispetto ad altre attrici e di assaporare maggiormente il successo. Adesso mi rendo conto che, se fossi arrivata senza fatica, mi sarei trovata ad accettare qualsiasi ruolo pur di lavorare». Come ha affrontato «Un caso di coscienza»? «Con serenità ed entusiasmo: il regista Perelli ha saputo ottenere il massimo senza stressare gli attori inoltre ha avuto il merito di creare sul set - abbiamo girato cinque mesi in Bulgaria - un clima giusto. Il successo ha coinvolto tutti (gli ascolti, per RaiDue, sono più che buoni) tanto è vero che stanno già scrivendo una seconda serie. Con Sebastiano Somma , entrambi del Sud, ci siamo subito trovati, anche dal punto di vista mentale. Anche con Orso Maria Guerrini tutto è filato liscio mentre con la signora Gardini abbiamo girato poche scene insieme anche perchè i nostri personaggi, all'antitesi, si sfioravano». Per quale motivo è piaciuta tanto questa fiction? «Innanzitutto sono stati toccati, in prima serata, argomenti, come l'omosessualità, poco trattati in televisione; le storie sono variopinte e a volte anche improbabili. La forza di questi racconti sta nella fantasia estrema anche se poi ho saputo che molto è stato preso da fatti realmente accaduti». A breve, il 9 maggio, uscirà nei cinema «Sotto gli occhi di tutti», un film di Nello Correale. Qual è il suo ruolo? «Il film, uno spaccato dell'Italia del Sud, narra la storia di quattro fratelli che si ritrovano a Bari, nella loro città natale, in occasione della morte del padre. Lì si scontreranno con una realtà che non gli appartiene più. Io sono Patrizia, un'aspirante giornalista che si è trasferita prima a Londra e poi a Roma nella speranza di dare una svolta al suo futuro». Le altre aspirazioni? «Vorrei rispolverare la mia passione giornalistica e documentaristica perchè parte della mia vita sarà dedicata a dare un piccolo contributo alle tante persone che soffrono. Ho deciso, attraverso alcuni documentari che sto realizzando, di portare la mia testimonianza in alcune parti del mondo e di trasformare il mio sito Internet in un giornale aperto a tutti».

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