di GIAN LUIGI RONDI NÉ TERRA NÉ CIELO, di Giuseppe Ferlito, con Davide Gemmani e Antonella ...
Disperato, si arrampica sulla ciminiera della fabbrica, poiché, però, è lo stesso giorno in cui è stato licenziato, tutti pensano che sia quella la causa del suo gesto. Si mobilitano così i sindacati, i compagni di lavoro, i politici, la televisione e quando lui, spossato e affamato, grida dall'alto di voler scendere, non solo tutti fingono di non capire ma, ciascuno per il proprio tornaconto, non intervengono in suo aiuto, attribuendogli messaggi rivoluzionari d'ogni tipo. Mentre il proprietario della fabbrica, che ha dovuto interrompere l'attività, si preoccupa solo che quella storia duri almeno tre giorni, per poter farsi risarcire dall'assicurazione... Una sorta di apologo, scritto e diretto da Giuseppe Ferlito, passato al lungometraggio, dopo molti corti e molti video, con il thriller erotico «Femmina», sceneggiato da Patroni Griffi. L'idea è curiosa e lo svolgimento che se ne fa, con la parodia polemica delle TV, delle folle, dei politicanti e di certi sindacalisti, anche se nel cinema ha precedenti a bizzeffe, dall'«Asso nella manica» in poi, qualche effetto lo raggiunge. Né vi nuoce il fatto che, a causa dei pochi mezzi, per descriverci alcuni momenti della folla, si faccia ricorso a delle scene in bianco e nero di un video di Ferlito dal tema analogo, «Compagno che sei nei cieli». Molti episodi, però, rasentano il bozzettismo, con risvolti facili, e la conclusione, pur tentando vie aperte, ai margini del surreale, narrativamente e stilisticamente stenta a convincere. Il protagonista è Davide Gemmani, presente finora soprattutto in vari corti. Ha le espressioni giuste anche se stenta a trovare un equilibrio fra i furori polemici dell'inizio e la disperazione e la paura che l'attanagliano alla fine.