«LA STRANA MORTE DI WILMA MONTESI»
Il primo vero giallo di nera per i lettori del dopoguerra
Durante il Ventennio i delitti trovavano poco spazio sui giornali di regime. I lettori erano assuefatti ad un'overdose di morti in battaglia. Omicidi, furti, rapine e piccoli anche se cruenti drammi familiari cominciavano solo allora a suscitare interesse. E quello di Torvajanica è un esempio perfetto di «giallo» che può tenere viva l'attenzione per settimane, mesi, anni. La vittima è giovane e bella, «pudica, riservata e timida», la sua famiglia rispettabile (il padre artigiano del legno, «quasi un piccolo industriale»), la sua fine inspiegabile, lo sfondo «teatrale» della tragedia ricco di personaggi importanti e considerati «viziosi». E c'è anche un risvolto politico: il cadavere della ventunenne Wilma Montesi viene trovato sulla spiaggia vicino Roma il 9 aprile del '53 e per il 7 giugno sono fissate le elezioni politiche. Non solo. Nella vicenda spunta il nome di Ugo Montagna, agente immobiliare e amministratore della società Sant'Uberto, che gestisce una riserva di caccia a Capocotta. È qui che Wilma sarebbe stata protagonista di un festino a base di alcol e droga, qui sarebbe stata colta da malore e, da qui, l'«avrebbero» trasportata a Torvajanica per sbarazzarsene lasciandola affogare a faccia in giù sulla battigia. Ma chi è stato? Oltre a Montagna, alla «ribalta delle cronache» e sul banco degli imputati salirà il suo amico Gian Piero Piccioni, musicista, figlio di Attilio, esponente della Dc e, all'epoca della morte della ragazza, vicepresidente del Consiglio nel governo De Gasperi. Anche se «il suo coinvolgimento non è mai andato oltre una quantità di voci non controllabili», come scrive qui Angelo Frignani (nel 1953 era un «giovane "allievo cronista" del Tempo», negli Anni '80 fu un «mitico» capocronista), «la dietrologia volle che il caso fosse montato proprio per coinvolgere il giovane musicista e nuocere così a suo padre». A dire la parola «fine» sarà, il 28 maggio 1957, il giudice (il libro ricostruisce la storia in modo puntiglioso attraverso gli atti processuali): Wilma è stata «vittima di un fatto criminoso», la sua morte non è avvenuta per disgrazia o suicidio. Ma gli imputati sono innocenti. I colpevoli ignoti. Angelo Frignani «La strana morte di Wilma Montesi» Adnkronoslibri, 123 pagine, 8 euro