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di LEDO PRATO LE FONDAZIONI di origine bancaria, che hanno celebrato la terza Giornata Nazionale ...

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Cominciò Amato all'inizio degli anni '90, poi Ciampi, nella qualità di Ministro del Tesoro del Governo Prodi e, da ultimo, Tremonti con la legge finanziaria per il 2002 che ha dato luogo ad un lungo e non concluso conflitto. I nodi, su cui le parti in causa si confrontano, sono molteplici e complessi. Innanzitutto la definizione della natura giuridica (privati, pubblici) delle Fondazioni, chi deve governarle, dove indirizzare le erogazioni (settori e territori), che fine devono fare le partecipazioni azionarie nelle banche conferitarie e così via. In gioco è un patrimonio contabile che nel 2001 è stato di 36 miliardi di euro (48 miliardi se si includono le plusvalenze relative alle partecipazioni). E in tempi di finanza vincolata è chiaro che si tratta di risorse molto importanti per lo sviluppo del Paese. Le Fondazioni destinano circa il 70% dell'avanzo di gestione alle cosiddette erogazioni che nel 2001 ammontavano a 1180 milioni di euro. I settori principali che beneficiano delle erogazioni sono le attività culturali e artistiche, l'istruzione, l'assistenza sociale, il volontariato, la ricerca, lo sviluppo locale (alle attività culturali e artistiche, ad esempio, è andato il 34% delle somme erogate, al volontariato circa l'11% mentre alla promozione dello sviluppo locale poco più del 7%). Ma chi è stato il destinatario delle erogazioni? I privati per il 58% degli importi e i soggetti pubblici per il 42%. Qui il privato sta per altre fondazioni, associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali che hanno così potuto realizzare progetti, spesso importanti, che hanno inciso sul territorio di riferimento. La preoccupazione di perdere il sostegno assicurato dalle Fondazioni spiega una certa avversione del mondo del volontariato, e in generale del no-profit, alla riforma di Tremonti. Tra i soggetti pubblici i principali destinatari sono gli enti locali (Comuni, Province e Regioni) e, a seguire, Università, Scuole, strutture sanitarie e così via. La spiegazione sta nel fatto che le erogazioni vanno, per il 78%, all'ambito provinciale e solo il 6% a progetti di interesse sovraregionale. Ora questa impostazione marcatamente localistica delle Fondazioni, combinata con la loro collocazione geografica (prevalentemente Nord e Centro del Paese), produce un forte squilibrio nella distribuzione delle risorse. Per attenuare questa sperequazione sarebbero necessarie norme correttive che sappiano fare giustizia di quanto è avvenuto negli ultimi anni nel sistema del credito, a scapito soprattutto del Mezzogiorno. Ma come si sa questi sono tempi difficili per le ragioni di due terzi del Paese. E allora l'Associazione delle Casse di Risparmio ha promosso il Progetto Nord-Sud che ha come obiettivo quello di indirizzare verso il Mezzogiorno una quota delle risorse disponibili per promuovere la nascita e lo sviluppo dei distretti culturali, sostenendo progetti promossi dai soggetti locali. Una sfida difficile ma da seguire con grande attenzione.

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