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Brani incisi tra il '71 e il '77 ed esclusi dagli album dell'artista

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L'impresa si deve a Menico Caroli che alla Martini ha dedicato la biografia «Mia Martini. Il mio canto universale», edita qualche anno fa. Da allora Caroli è riuscito a ricostruire ogni particolare dei 19 brani contenuti nel disco. Questi brani giacevano senza catalogazione da oltre trent'anni nei magazzini dell'ex Rca. Scatoloni accatastati in un angolo con una scritta dalla grafia incerta: «Mimì». Nella scaletta del cd compaiono brani firmati da Maurizio Fabrizio, dalla coppia Riccardi-Albertelli, da Napolitano, Colonnello, Baldan Bembo, Pintucci e persino Pino Donaggio. La sorpresa è «Ruba», l'inedito di Venditti, il primo brano scritto interamente, testo e musica, dal cantautore romano, ma mai inciso né depositato. Venditti avrebbe dovuto inserire «Ruba» nel suo album «Le cose della vita» del 1973, ma le due versioni provinate del brano durante le sessions di registrazione vennero escluse dalla track list del disco all'ultimo momento. Anche la versione della Martini subì la stessa sorte. Il motivo attiene alla problematica fase censoria che l'azienda radiotelevisiva attraversava in quegli anni. Il brano allude al «bloody sunday» irlandese e utilizza un'espressione forte e, alle orecchie bacchettone dell'epoca, provocatoria: «se il fucile ti verrà a cercare, amalo, tu lo vedrai abbassare». Al genere della «fronda» (canzoni in cui i censori vedevano scomode allusioni ai temi sociali e politici) appartengono altre canzoni del disco, come «Io andrò», troppo tollerante nei confronti delle altre religioni, «Eppure stiamo insieme» del 1974 che narra di una «convivenza strana che fa male a te e a me», proprio durante il referendum di abrogazione della legge sul divorzio. Ed ancora «A poco a poco», o la versione inedita di «Un mondo nuovo», entrambe dedicate al tema imbarazzante della «prima volta», quella in cui il suo lui scopre in lei un «mondo nuovo», appunto. Erano i tempi delle gare d'appalto e appena era pronta una nuova musica la casa discografica bandiva il concorso: «ognuno scriva il pezzo e il più bello verrà inciso». Per «Minuetto» arrivarono almeno cinque testi, ma nessuno in grado di competere con quello di Califano, tra cui «Salvami» di Albertelli. Bocciata la sua «Auf der welt» («Piccolo uomo») per la pessima pronuncia in tedesco, la Martini si cimenta nientemeno che con «We can work it out» dei Beatles con l'accompagnamento del gruppo La Macchina (ex Posteri, band che in Italia aveva fatto da supporter ai Procol Harum). Ed ancora «Aiutami» brano che all'ultimo momento le fu sottratto da Loredana Bertè, cosa che avvenne anche con «Sei bellissima». In scaletta anche una inedita Martini in versione disco-dance nel brano «Ancora», e una versione più lunga di «Domani».

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