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ADRIEN BRODY

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Non avrei mai pensato di farcela. Sono contento soprattutto perché questo è un premio che onora il cinema nel suo insieme, al di là delle differenze di parte, dell'ideologia, dei partiti». Che cosa vuole dire? «Polanski è un nome difficile qui in America. Questo è un paese puritano e lui, ufficialmente, è un fuggitivo con un mandato di cattura che pende su di lui. Per me rimane uno dei più grandi registi esistenti sulla piazza e quando lui mi ha chiamato per propormi la parte, io non ho esitato neppure un momento ad accettare. Sapevo di correre dei rischi, ma ho scelto la possibilità di fare un'esperienza bellissima e imparare piuttosto che pensare alla carriera». Quindi non se l'aspettava il premio. «Ero venuto qui agli Oscar come testimonee per me si trattava già di un successo notevole. Come americano di New York sono orgoglioso che il mio paese mi abbia riconosciuto e sono grato ad un immenso artista europeo come Polanski per avermi dato questa possibilità. Senza di lui non sarei niente. Spero che presto gli consentano di ritornare a Hollywood. Qui abbiamo bisogno di gente come lui». È vero che per la parte Polanski ha preteso che lei imparasse a suonare il piano? «Sì e no. Sono io che me lo sono imposto e lui ha gradito molto. Per cinque mesi, ogni mattina sono andato a lezione per apprendere tutto ciò che un attore doveva e poteva sapere a proposito di un pianista. Polanski è un perfezionista maniacale, molto attento ai dettagli». Siamo rimasti tutti colpiti dal suo bacio appassionato a Halle Berry. «È stato il suggello al mio primo successo nella vita. Il gusto di poter dire ai quattro venti. Ora posso baciare davanti a tutti una delle più belle donne al mondo prendendola di sorpresa, e invece di arrestarmi mi applaudono pure. Non è questo il successo?». S. D. C.

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