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La tempesta passionale di Rafael Alberti

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Sebastiano Grasso ha tradotto e curato un'edizione dei versi del lirico andaluso

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Lo conobbi nel 1970, nel suo cenacolo romano di Via Garibaldi. Di quel periodo mi ricordo le mie passeggiate insieme con i coniugi Alberti, allora due bei sessantenni: lei sempre elegantissima; lui, ancora un bell'uomo, che amava un po' troppo le fanciulle prosperose: rammento ancora i suoi sguardi ammirati, i suoi commenti scherzosi, quando, passeggiando insieme con la moglie ci imbattevamo in una delle tante floride romane mentre la sua nobile testa si girava per non perdere i movimenti sinuosi della ragazza. «Rafael, sarai sempre lo stesso, calmati!», commentava divertita Maria Teresa Leùn mentre lui rispondeva con qualche verso del suo componimento erotico, «Dialogo fra Venere e Priapo» del 1939: «Riposarmi è la cosa più triste». Quel poemetto già pubblicato in Italia nel 1966 negli Oscar Mondadori e che il poeta andaluso aveva dedicato all'amico fraterno Neruda è stato inserito ora nel delizioso volume «Canzoni per Altair e altre poesie d'amore» dallo scrittore Sebastiano Grasso che ha curato e tradotto l'edizione. Venticinque poesie d'amore e di erotismo compongono la raccolta di «Canzoni per Altair» con sei disegni erotici di sua mano: Rafael Alberti le scrive dal 1983 al 1988 per la sua giovane futura seconda moglie, la studiosa di letteratura spagnola Mar'a Asunciùn Mateo, conosciuta in Spagna nel 1982 e che sposerà nel 1990, due anni dopo la morte di Maria Teresa Leùn malata da Alzheimer. Con Maria Asunciùn Rafael Alberti vivrà fino alla morte, nel 1999: lei, colta raffinata, fisicamente molto lontana dalle fanciullone che Alberti aveva frequentato a Roma, aveva 38 anni, era divorziata con due figli e l'ottantenne poeta se ne innamorò e le diede il nome di una stella della costellazione dell'Aquila, Altair. E, come scrive Sebastiano Grasso, «le si rivolge come a una dea che scopre l'umanità attraverso i piaceri del corpo negli incontri notturni e segreti»: «Non sono le tue labbra, Altair, le labbra/ che nella notte sento sulle mie,/ ma quelle occulte, segrete, in penombra,/ che bacio sino a morire fra i suoi ricci sottili/ dolci, delicati../ quando Altair muore del non morire...allora». Rafael Alberti «Canzoni per Altair e altre poesie d'amore» ES, 106 pagine 16 euro

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