Alex Britti e Alexia trionfano insieme anche in classifica
Ad una settimana di distanza dalla chiusura della più importante rassegna di musica leggera italiana, la hit parade conferma sostanzialmente il podio sanremese. Del resto, con il brusco calo di ascolti fatto registrare dalla rassegna, l'unica forma di salvataggio in extremis potrebbe arrivare dai negozi di dischi. Ma anche qui, com'è noto, le notizie non sono confortanti. Il mercato discografico italiano vive ormai una crisi endemica, alla base della quale si celano motivi tecnici (il costo dei cd, la pirateria, la quota Iva, ecc.) e motivi artistici (la crisi ispirativa, il conformismo delle nuove leve, i cd che contengono un solo brano buono e altri con funzione puramente riempitiva). I prodotti scaturiti dal Festival di Sanremo rappresentano appena il 5% del mercato, una vera miseria, soprattutto se paragonata agli anni d'oro, quando Sanremo costituiva il 60% e oltre del mercato: in regime di 45 giri i brani sanremesi entravano in classifica nel periodo gennaio-febbraio e ci rimanevano fino all'arrivo dell'estate. Il mercato discografico è profondamente mutato e per stabilire il successo di un disco occorre fare riferimento alle vendite ma anche ai passaggi radiofonici, alle playlist, alle rotations dei canali video, nonché agli scarichi e agli acquisti via Internet, alle suonerie dei telefonini e, purtroppo, alla pirateria. Una classifica che prescindesse da tutte queste valutazioni sarebbe destinata all'oblio o comunque ad un interesse limitato. Ma anche una semplice analisi post-Sanremo, un'inchiesta basata sulle preferenze deve ormai tener presente tutti questi "vettori" che confluiscono nel gusto e nel consumo della musica. I primi dati così concepiti applicati al festival sembrano, come detto, confermare la classifica ufficiale, almeno per i primi posti. Fra i dischi più graditi e maggiormente trasmessi figurano «Il cuore a modo mio» della vincitrice Alexia, «3» di Alex Britti e «Dalla pace del mare lontano» della rivelazione Sergio Cammariere. Buone notizie anche per l'ormai rilanciata Lisa con «Oceano», a dimostrazione del fatto che Sanremo è ancora in grado di rilanciare artisti giovani ma troppo presto dimenticati. Successo per Bobby Solo e Little Tony con il loro albun «Non si cresce mai», che oltre al titolo omonimo presentato in gara contiene un buon numero di vecchi classici e qualche buon inedito. In attesa di rilancio anche Iva Zanicchi con «Fossi tango», anche se per la cantante emiliana, come per altri, il mercato si deciderà nelle prossime settimane sulla base della promozione e delle ospitate televisive. Discorso a parte per Fausto Leali, che ha deciso di inserire il suo disco solo all'interno di TV Sorrisi e Canzoni e che fra l'altro ha già superato le centomila copie. Meglio ancora ha fatto Roberto Giglio, in gara fra le nuove proposte, che ha messo in vendita il suo disco al prezzo speciale di 1 euro. Sempre a proposito di mercato e di hit parade, fra i big sono mancate le proposte provocatorie dello scorso anno, allorché Francesco Renga e Gianluca Grignani decisero di commercializzare i loro album - rispettivamente «Tracce» e «Uguali e diversi» - ad un prezzo scontatissimo. L'ultima consolazione del mercato, ma ci sembra davvero poco, è contare sulla vendita delle compilations, le quali, com'è regola, vengono realizzate alternativamente dalle principali case discografiche. Quest'anno è toccato alla Universal e alla Warner, responsabili di due edizioni davvero molto dimesse sul piano dell'immagine. Gran parte del futuro del Festival di Sanremo dipenderà dal successo di questi dischi nelle prossime settimane. Ma la rassegna musicale sembra ormai da riformattare non soltanto sul piano televisivo ma anche su quello discografico e industriale.