L'ECONOMISTA PETRELLA
per 17 anni è stato a capo dei progetti del settore Scienza e Tecnologia della Commissione Europea e oggi è segretario generale del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dell'Acqua, da lui fondato. Le sue tesi su questo argomento sono esposte nel volume «Il manifesto dell'acqua» (2001). L'acqua è qualche cosa di più di una formula chimica? «È la storia del diritto, della libertà. Ma oggi è soprattutto uno scandalo, perché quasi un miliardo e mezzo di persone ne sono prive e nessuno se ne cura». Non esagera un po'? «No, è la verità. Al vertice di Johannesburg i dirigenti di 189 Paesi non hanno riconosciuto l'acqua un diritto umano fondamentale, ma 1 una necessità vitale». Che differenza c'è ? "Una differenza enorme. Un diritto implica che la collettività deve creare le condizioni affinché tutti possano goderne. Le necessità, invece, variano da popolo a popolo: c'è chi ha bisogno dell'acqua per vivere e chi per irrigare un campo da golf, che fra parentesi costituisce il più costoso e ingiusto consumo d'acqua che ci sia». Allora l'acqua oggi è un bene commerciale. «Sì, averla o meno dipende dall'abilità con cui sai muoverti nel mercato. In un Paese ricco anche il deserto ha l'acqua; invece in Brasile, il Paese più ricco d'acqua, ottanta milioni di persone non dispongono di acqua potabile. Secondo il Programma per lo Sviluppo dell'Onu, ogni anno sono 15 milioni di persone muoiono per mancanza d'acqua. Se non faremo nulla per fermare questa tendenza, nel 2025 saranno più di 4 miliardi, ossia metà della popolazione mondiale, gli esseri umani che non avranno accesso all'acqua potabile». Quale soluzione proporrebbe ? «Secondo l'Unesco, con un investimento annuale di 11 miliardi di dollari per dieci anni, ossia con 110 miliardi complessivi, si riuscirebbe a dare l'acqua a tutti». Che cosa impedisce di seguire questa strada ? "La mancanza di volontà politica. I Paesi industriali sovvenzionano l'agricoltura con 347 miliardi di dollari, il triplo di quanto sarebbe necessario per dare l'acqua a tutta la Terra. Sono investimenti a favore di un'agricoltura intensiva che distrugge le risorse idriche con i suoi fertilizzanti, pesticidi e nitrati».