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Il Coronavirus uccide anche le nozze

L'emergenza coronavirus ha cancellato il settore matrimoni che fatturava 15 miliardi l'anno

Massimiliano Lenzi
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Ha stoppato più matrimoni il coronavirus che Giacomo Casanova, che pure faceva il seduttore di mestiere e di donne qualcosina ne capiva. Proviamo a sdrammatizzare, anche se non c’è molto da ridere a guardare i numeri economici ed occupazionali, dopo il lockdown, del settore matrimoni e dell’economia che gli ruota attorno. Stiamo parlando di un indotto primario e di soggetti imprenditoriali che producono circa 15 miliardi di euro all’anno (di questi circa 10 miliardi solo di matrimoni, il resto per feste di compleanno, eventi con organizzazione, eccetera, eccetera), a cui va poi aggiunto un consistente indotto secondario. Un settore economico quello dei matrimoni, che a causa del Covid-19 si è visto costretto ad annullare il 100% degli eventi in programma almeno sino all’autunno, (in aprile, maggio e giugno si parla di circa 65mila matrimoni rinviati). Il tutto per una perdita di fatturato che si attesterà (e gli addetti ai lavori parlano di una stima ottimistica) intorno all’85 per cento. Per capire di che porzione di economia italiana stiamo parlando, diamo uno sguardo ai numeri: circa 50mila imprese e partite Iva, 250mila impiegati stabili, 150mila lavoratori stagionali. Questi sono i dati del comparto degli eventi privati e dei matrimoni: dalle location ai catering, dal settore “bellezza” ai servizi video-fotografici, dall’animazione musicale alla coreografia degli ambienti, dall’abbigliamento agli accessori. Sulla botta presa dal settore, dopo il lockdown ed il coronavirus, e sul tema della paura che resta ancora forte fermando magari eventi e feste, noi de “Il Tempo” abbiano sentito Serena Ranieri, presidente di Federmep, l’associazione nazionale di categoria che rappresenta tutti i professionisti e le aziende del settore. “Un crollo - spiega la Ranieri a “Il Tempo” - che il comparto non è in grado di assorbire e che provocherà chiusure e fallimenti, con conseguenti perdite di posti di lavoro e un impatto devastante anche per le aziende della filiera a cui vengono  a mancare gran parte dei clienti. E la ripartenza effettiva ci sarà, di fatto, tra un anno”. Anche sugli aiuti da parte del governo, dicono da Federmep, il settore non se la passa bene e gli operatori auspicherebbero alcuni correttivi ai provvedimenti addottati, per cercare di salvare migliaia di imprese del settore. Anzi, dicono di più: Federmep si rende disponibile sin da ora ad essere ascoltata dal Governo e  dalla politica su alcune proposte per aiutare il settore a superare la crisi. In sintesi. La detraibilità dei matrimoni e degli eventi privati per incentivare la domanda; la modifica dei parametri di riferimento per ottenere i contributi a fondo perduto, estendendo l’arco temporale utilizzato per calcolare la differenza di fatturato dal mese di aprile al trimestre aprile-giugno; la moratoria fiscale fino al 31 dicembre per le aziende che nei mesi primaverili hanno registrato un calo del fatturato superiore al 50%. La estensione della cassa integrazione e del fondo d’integrazione salariale. Cosa farà il Governo? Lo vedremo presto. Sperando che gli aiuti arrivino prima che passi la crisi dei matrimoni.

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