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Ci mancava il permesso delle vacanze. L'annuncio sembra una scena di Fantozzi

Ai tempi del coronavirus autorizzazione a fare le ferie dal governo ricorda i film col mitico Fantozzi

Massimiliano Lenzi
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“Sapore di sale, sapore di mare, che hai sulla pelle, che hai sulle labbra”. Ci mancava che l'eccellentissimo, reverendissimo, eminentissimo, illustrissimo, presidente, avvocato del popolo, Giuseppe Conte da Volturara Appula, ci comunicasse, a mezzo stampa sul “Corriere della Sera”, che possiamo fare le vacanze, che questa estate non sarà in quarantena per gli italiani. Grazie illustrissimo, chi le scrive è il ragionier Ugo Fantozzi, uno dei tanti, indipendentemente dal mestiere che svolge, che popolano ormai questa nostra penisola dove i cittadini terrorizzati dal virus han deciso di rinunciare alle loro libertà costituzionali e di starsene chiusi in casa, previo decreto sempre del Presidente illustrissimo. Lei ci dice eccellentissimo che avremo una estate come se il nostro tempo libero, di uomini e donne libere, occidentali, che di vivere in Cina non hanno nessuna voglia, potesse dipendere da un politico che ci governa. “Ti butti nell'acqua e mi lasci a guardarti e rimango da solo nella sabbia e nel sole. Poi torni vicino, e ti lasci cadere. Così nella sabbia e nelle mie braccia e mentre ti bacio, sapore di sale, sapore di mare, sapore di te”. Il fatto è che questa quarantena ci ha davvero rimbischeriti a noi italiani. Ridotti a prigionieri della paura ma il permesso delle vacanze, beh qui siamo oltre, ci consenta illustrissimo. Ci manca soltanto che rispuntino fuori le colonie a Marina di Massa del Duce, o le vacanze sovietiche sul Mar Nero e poi siamo apposto. Cucinati per l'illiberalità senza scadenza. Per sempre. Anche nel tempo libero. Ma vede, eccellentissimo, anche il ragionier Ugo Fantozzi, caro illustrissimo, ha avuto i suoi momenti di libertà. Pochi. Isolati. Istantanei. Ma li ha avuti. Come nella partita a biliardo con il feroce Cavalier Conte Catellani, gran maestro dell'ufficio raccomandazioni e promozioni. Il Cavalier Catellani: “Stecche! Che vinca, il migliore, cioè io”, con un Fantozzi remissivo e succube. “Non faccia il buffone, Fantozzi, dia qua, e guardi che la palla è quella bianca”. Poi comincia la lezioncina del Conte al tavolo da biliardo: “Un colpo da maestro. Si sbrighi, dai coglionazzo, non si distragga”. E Fantozzi subisce. Zitto, con il sorriso idiota del suddito mentre il pubblico che assiste alla partita giubila ai colpi del Conte Catellani: “Altri punti per il signor Direttore”. “Il suo è culo, la mia è classe, caro il mio coglionazzo”. Con Fantozzi che incassa, incassa, incassa ma ad un certo punto si rompe le palle della mediocrità del Potere e parte alla riscossa. Al ventottesimo coglionazzo ed a quarantanove a due di punteggio Fantozzi incontra lo sguardo di sua moglie. E comincia a giocare: “Mi perdona un attimo, vorrei fare un tiro io adesso”. E comincia una serie di colpi formidabili, con punti su punti e tiri dichiarati in anticipo: “Adesso rinterzo con birillo centrale, e lei segni coglionazzo”. Fino al colpo partita: triplo filotto reale con pallino. Altro che il permesso di giocare a biliardo. Ieri, leggendo le parole di Giuseppe Conte sugli italiani cui sarebbe stato concesso di fare le vacanze (quelli che avranno i soldi, vista la crisi tragica da coronavirus) questa scenetta di Ugo Fantozzi che gioca a biliardo contro il Conte Catellani, gran maestro di promozioni e mega Direttore, mi è tornata alla mente. Assieme a quella battuta amara di dialogo tra il ragioniere vessato e l'eccellentissimo di turno al Potere. Fantozzi: “Scusi Sire, ma non mi vorrà dire che lei è, scusi il termine sa, Comunista?”. Il megadirettore galattico: “Beh, proprio Comunista no. Vede, io sono un medio progressista”. Perché è sempre il medio (e anche un po' il progressista) che fotte gli italiani. In attesa delle spiagge, consoliamoci con le parole di Gino Paoli: “Sapore di mare, sapore di teeee!”.

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