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La prima fotografia del coronavirus è italiana

emergenza coronavirus

Katia Perrini
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È italiana la prima foto europea di Sars-CoV-2 in un capillare del glomerulo renale, il "gomitolo" di vasi che hanno il compito di filtrare il sangue. A scattarla e a pubblicarla su "Nephron" sono stati i ricercatori dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che hanno immortalato il patogeno responsabile di Covid-19 su materiale autoptico fornito dall'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «Si tratta del primo rapporto, sicuramente europeo, ma forse primo in senso assoluto, che documenta la presenza fisica del nuovo coronavirus nel capillare glomerulare renale, il filtro del rene», spiega all'Adnkronos Salute Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri. Esistono altre foto di Sars-CoV-2 nel rene, ma a quanto risulta al nefrologo «riguardano il tubulo». L'immagine italiana, catturata al microscopio elettronico, «è la prima nel glomerulo, credo in senso assoluto, certamente prima in Europa - ribadisce - È il frutto del lavoro di Mauro Abbate, del Laboratorio di Fisiopatologia delle malattie renali e Interazione con altri sistemi, di Ariela Benigni, coordinatore Ricerche del Mario Negri di Bergamo e Ranica, e di Andrea Gianatti del Papa Giovanni», direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio e dell'Unità di Anatomia patologica dell'Asst orobica. «Era noto che questo virus produce anche danni renali di vario genere - sottolinea Remuzzi - Ma trovare proprio il virus nel rene è una cosa interessante, soprattutto alla luce di un lavoro pubblicato su "Sciene": nell'articolo si spiega che il polmone è il Ground Zero, le Torri Gemelle, ma poi Sars-CoV-2 va a finire anche in altre parti del copro. Se non muori di malattia del polmone, si legge a un certo punto nel lavoro, muori di malattia del rene». 

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