Giallo macabro
Uomo carbonizzato in via Mario Fani La compagna doveva ricevere Tso
E' stata la convivente a bruciare il cadavere del povero uomo, ma avrebbe dovuto essere ricoverata per problemi psichiatrici. Ruota intorno a questo giallo l'indagine avviata dal pm di turno a Roma, Pierluigi Cipolla, sul macabro ritorvamento a fine mattinata del 3 maggio dei resti di un uomo carbonizzato al secondo piano di una palazzina a metà di via Mario Fani. La vittima è un uomo di 59 anni di origine slovena, molto conosciuto nel quartiere perché spesso era a spasso con due cagnoline: una lupetta con le gambe corte e Molly, un batuffolo colore champagne che socializzava con tutti. Magrissimo e alto quel signore era gentile con tutti, ed essendo poverissimo veniva aiutato dai negozianti della zona che gli regalavano qualcosa da mangiare. Lui però se ne privava per sfamare i cagnolini, e si nutriva con i loro avanzi. Proprio ieri mattina Molly e la lupetta (che addomesticata andava in giro da sola anche a cercare quel cibo in dono) sono state viste da una signora del quartiere nell'ora d'aria con il suo cagnolino. Erano al guinzaglio di una signora secca e minuta sulla settantina, che non avevano mai visto in giro. Le hanno chiesto come mai non c'era il padrone delle cagnoline, ricevendo in risposta: "Se ne è andato via". Cortesemente una signora ha domandato "Quando tornerà?", e la nuova padrona secca e minuta ha tagliato corto: "Non tornerà mai più". Al ritorno della passeggiata però la signora secca e minuta ha trovato i carabinieri, chiamati dai vicini di casa. E ha spiegato loro con naturalezza perché erano sul balcone quei resti di uomo carbonizzato: "Era il mio convivente. Malato da tempo di tumore, è morto qualche settimana fa per quello. Dopo un po' puzzava e ho dato fuoco al cadavere mettendolo in balcone dentro un sacco". Lì in effetti è stato trovato, ed ora per forza di cose verrà fatta l'autopsia. Gli inquirenti infatti prendono con le molle la versione data dalla convivente, che ha da tempo importanti problemi psichici. Proprio in quella casa più di un mese fa - era il 30 marzo- arrivarono i pompieri e pubblicammo le immagini sul sito de Il Tempo. Spiegarono che erano lì per fare un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) odinato dai servizi sociali del Comune di Roma a una signora, che era appunto la convivente del povero uomo con i cagnolini. Ieri però il medico legale ha rintracciato in casa la documentazione di quel Tso. E c'era una anomalia: la signora che doveva essere ricoverata è stata lasciata a casa con una semplice iniezione di calmante (facendo quello che tecnicamente si definisce Aso). Però più volte la donna ha dato in escandescenze, e i vicini di casa hanno chiamato preoccupati il 118 per un intervento. Adesso si indagherà anche su quell'intervento per capire se è stato fatto in modo corretto